È morto Robert Miles. Un cancro si è portato via il re della dance a 47 anni
Fu l’unico italiano ad aver ottenuto il Brit Award, prezioso riconoscimento in fatto di musica: il suo album di debutto “Dreamland” vendette 1 milione di copie solo in Europa e oltre 500mila tra Usa e Canada. Robert Miles, dj e produttore
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Fu l’unico italiano ad aver ottenuto il Brit Award, prezioso riconoscimento in fatto di musica: il suo album di debutto “Dreamland” vendette 1 milione di copie solo in Europa e oltre 500mila tra Usa e Canada. Robert Miles, dj e produttore svizzero di nascita ma di origini italiane, è morto questa notte a soli 47 anni per un cancro. Nel 1996 la sua Children diventò un successo internazionale, oltre 5 milioni di copie vendute nel mondo, uno dei più grandi successi di quella parte della dance music che prende il nome di trance.
Figlio di genitori italiani, era nato in Svizzera ma da bambino era tornato a vivere in provincia di Udine. Dagli inizi in una radio amatoriale al debutto come dj con il suo primo pseudonimo Roberto Milani, Miles si è dapprima trasferito a Londra, poi a Los Angeles, dunque a Berlino e per ultimo a Ibiza, dove risiedeva e dov’è morto.
“La tragica notizia della scomparsa di un grande talento e artista del nostro tempo, mi rende incredulo e sconvolto. Con lui se ne va anche una parte della mia vita di produttore artista”, ha scritto il suo amico e collega Joe T Vannelli. Mario Fargetta su twitter ha ricordato: “Sono stato il primo a suonare la tua Children a Radio Deejay. Non riesco ancora a crederci. Robert Miles R.I.P.”.
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Il critico d’arte Vittorio Sgarbi l’8 maggio ha festeggiato i suoi 65 anni in Laguna, dando un party per gli amici illustri e per l’occasione, in contemporanea con la Biennale di Venezia, organizzando la mostra “ Pro Biennale”, che ha visto come espositori un selezionato gruppo di artisti. Per questa edizione della mostra è stata scelta una location importante, il chiostro di San Francesco della Vigna.
«Lavoro con questi prodotti dismessi, sono interessata ai componenti elettronici per le loro proprietà estetiche, perché hanno una storia, un’usura, una provenienza rintracciabile. Diodi, condensatori, resistori vengono come attorializzati dalla fantasia» spiega l’artista 35enne tortoliese «Partire da questi componenti si costruisce un immaginario narrativo che viene tradotto in un universo coerente. Ho immaginato un pianeta terra sconvolto, resettato, dove l’uomo non esiste più, la vita è altro. Solo montagne, mari, fiumi, pietre e sabbia. Ma qualcosa in questa macabro scenario si muove: tutti gli esemplari della tecnologia elettronica diventano gli atomi di una nuova forma di vita: I Rotod».
