Singolare avventura in Senegal per una 65enne di Pavia. “Pensavo fosse una celebrazione folkloristica in moschea, senza valore legale”, ha dichiarato una volta tornata in Italia e tre anni dopo ci ha pensato il Tribunale di Pavia a sciogliere quel vincolo.

I giudici hanno accolto la richiesta di cancellare le nozze, perché quando la 65enne ha contratto il matrimonio non era in sé, dimostrando che le sue condizioni psicofisiche erano tali da non consentirle di rendersi conto di quello che stava facendo. La 65enne soffre da tempo di un disturbo di personalità, che si sarebbe aggravato a causa dello stress della sua permanenza in Senegal durante il lockdown.

La donna ha spiegato sì di aver accettato la proposta di sposarsi con l’uomo con cui aveva stretto una relazione, ma solo perché pensava che si trattasse di una cerimonia priva di valore legale. Lo “sposo”, di 42 anni, ha sostenuto, al contrario, che la “consorte” era consapevole del matrimonio che stava contraendo.

La storia dei tre marinai dispersi sull’atollo di Pikelot, nel mezzo del Pacifico, per una intera settimana sembra uscita da un romanzo. Sono stati trovati grazie alla loro abilità nel tracciare la parola “Help” sulla spiaggia con delle foglie di palma.

I tre pescatori sono rimasti bloccati su un isolotto per oltre una settimana, vivendo di noci di cocco e acqua di un pozzo. I loro familiari hanno lanciato l’allarme quando non sono tornati da Pikelot, e l’intervento tempestivo delle autorità di Guam e delle forze militari statunitensi ha giocato un ruolo fondamentale nel ritrovamento e nel salvataggio dei marinai dispersi.

Prima del loro recupero sono stati lanciati diversi pacchi di sopravvivenza e una radio per stabilire un contatto con i naufraghi per assicurarsi che fossero in buone condizioni di salute e per fornire loro ulteriori supporti durante l’attesa del salvataggio.