La Sardegna piange Tonino Rubattu, il linguista che tradusse in sardo l’Iliade e l’Odissea
I funerali si svolgeranno domani mattina nella chiesa di San Basilio Magno a Sennori.
È morto all’età di 81 anni nella sua casa di Sennori Tonino Mario Rubattu, uno dei più grandi linguisti sardi viventi.
Tra le sue opere più importanti di questo studioso nato a Lindo, nell’isola di Rodi (Grecia), vanno annoverate ‘Sa Faeddada de Se’nnaru’, un dizionario della lingua sarda frutto di tutti i suoi studi e la traduzione in sardo di Iliade ed Odissea.
Rubattu è stato anche sindaco del suo paese, Sennori, dal 1975 al 1983. «La sua è stata una vita di esempio, dedicata allo studio e alla comunità – commenta l’attuale primo cittadino di Sennori, Nicola Sassu -. Non dimentichiamo che è stato sindaco e ha donato alla Sardegna il suo impegno e il suo sapere, lasciandoci opere letterarie dal valore storico e culturale inestimabile. Noi tutti gli siamo grati, e in questo momento di dolore siamo vicini ai famigliari del grande poeta e studioso sardo».
I funerali si svolgeranno domani mattina nella chiesa di San Basilio Magno a Sennori. Il corteo funebre partirà alle 10.30 dall’ospedale civile di Sassari.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Accadde Oggi. 23 marzo 1992: Floriana, una 17enne sarda, viene rapita e segregata per 40 ore in un casolare
Accadde Oggi. 23 marzo 1992: Floriana, una 17enne sarda, viene rapita e segregata per 40 ore in un casolare
È il 23 marzo del 1992 quando Floriana Bifulco, 17enne oristanese figlia di commercianti, sta rientrando a casa in motorino dopo gli allenamenti di pallavolo.
All’improvviso, in un viottolo, viene bloccata. Un paio di uomini la legano e la imbavagliano – per poi infilarla nel cofano dell’auto – un altro prende il motorino. La portano a dieci chilometri, in un casolare abbandonato che si affaccia su un pozzo. È lì che la tengono, senza darle da mangiare né da bere. Un sequestro partito male – ma bene per Floriana – fin dall’inizio.
La mamma della ragazza riferisce presto di aver visto fuori da casa una sospetta Peugeot blu metallizzato, con un fianco ammaccato. Questo indizio e la segnalazione di un testimone estraneo ai fatti ma ben informato chiudono il cerchio.
Giovanni Mocci – con alle spalle una carriera di furti e rapine – e Giovanni Baralla – dinamitardo – vengono fermati.
Intanto Enrico Musu aspetta nel nascondiglio. Quando capisce che qualcosa non va, molla l’ostaggio e tenta la fuga. Viene arrestato subito.
Passano ancora sette ore prima che Floriana si liberi e fugga da quel posto da incubo, terrorizzata e affamata ma illesa. Un pastore la vede, la porta fino al suo casale. Floriana chiama i genitori, è pronta per tornare a casa – dopo una quarantina di ore di terrore –.
Racconta di essere stata trattata bene. I rapitori, dice, volevano tre miliardi almeno.
Musu confessa presto. Per lei, nessuna buona sorte in progetto: dopo il pagamento del riscatto, la bella pallavolista avrebbe trovato la morte.
© RIPRODUZIONE RISERVATA