200 anni in due: tanti auguri a Nonna Grazia di Carbonia e Nonna Giovanna di Lanusei

Doppio compleanno centenario in Sardegna: Nonna Grazia e Nonna Giovanna hanno compiuto la bellezza di 100 anni a testa! Tantissimi auguri!
Duecento anni in due e portati benissimo. Lucide e belle, ecco le festeggiate di oggi: Nonna Giovanna da Lanusei e Nonna Grazia da Carbonia. Tantissimi auguri alle splendide signore per le loro cento candeline!
Le due cittadine hanno festeggiato con dovizia e rispetto le due centenarie, depositarie di tanta saggezza, lunga un secolo. Circondate dall’affetto dei familiari, con loro anche rappresentati politici delle loro città natie. Una bellissima giornata per tutte e due le comunità.
A Lanusei dalla signora Giovanna erano presenti il sindaco Davide Burchi e due assessori, Sandra Aresu e Cinzia Marongiu. Accolti dalla signora, lucida, disponibile, simpatica, molto attenta ai dettagli, “una ragazzina”, tiene a precisare il primo cittadino ogliastrino. “La signora Giovanna rappresenta tutto il meglio che c’è in Ogliastra, i nostri centenari vanno preservati“.
Fulmine, il cagnetto che andava al cimitero a trovare il suo amato padrone, è morto: “Aveva una missione”, il racconto della figlia

“Fulmine ora riposa nel vigneto di mio padre”: il toccante ricordo di Sara Sechi per il cane diventato simbolo di amore e fedeltà.
Riposa tra le vigne che un tempo appartenevano al suo padrone, nello stesso angolo di Sardegna che ha custodito il loro legame più profondo. Fulmine, il cane diventato noto per le sue commoventi visite alla tomba del suo amato padrone, Leonardo Sechi, nel cimitero di Badesi, è morto lo scorso marzo. A raccontarlo, con emozione e gratitudine, è Sara Sechi, figlia di Leonardo.
«Sì, Fulmine non c’è più», dice Sara, trattenendo a stento la commozione. «Ora riposa nel vigneto che è stato a lungo di mio padre. È il posto giusto per lui, in mezzo alla natura che conosceva, nel paradiso degli animali».
La storia di Fulmine aveva fatto il giro del mondo nel 2021, pochi giorni dopo la morte del suo padrone. Il cane, incapace di accettare l’assenza, si recava ogni giorno al cimitero, restando accanto alla tomba con uno sguardo triste ma fedele. Una scena che aveva colpito il cuore di molti.
«Quando si diffuse la notizia delle sue visite, mi chiamarono da ogni parte del mondo», racconta Sara. «Giornalisti dal Giappone, dagli Stati Uniti… tutti volevano conoscere Fulmine. Il legame con mio padre era qualcosa di incredibile, quasi inspiegabile. Era come se sapesse tutto. Gli mancava solo la parola».
Ma per Sara, Fulmine non è stato solo un compagno fedele. «Per me è stato una salvezza. Mi ha aiutata in uno dei momenti più duri della mia vita: la perdita improvvisa di mio padre, unita alla mia malattia. Credo davvero che avesse una missione, come se fosse stato mandato da papà per starmi accanto. E il giorno dopo la mia guarigione… se n’è andato anche lui. Come se sentisse che il suo compito era terminato».
Il ricordo di Fulmine resta vivo nei cuori di chi ha seguito la sua storia e, soprattutto, in quello di Sara: «Ci ha insegnato quanto profonda possa essere la sensibilità degli animali. Fulmine non era solo un cane. Era famiglia, amore puro e presenza costante».

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