Solinas si prende anche i feudi “rossi”, Nuoro a Zedda. Ecco tutti i nuovi consiglieri regionali
Il neo-governatore conquista anche i paesi natale di Gramsci e Lussu. Nuoro va a Zedda. E l'assessore uscente alla Sanità Luigi Arru resta fuori dal Consiglio regionale.
Christian Solinas conquista anche Ales, Ghilarza e Armungia. I primi due sono rispettivamente il paese natale e di infanzia di Antonio Gramsci e l’ultimo è dove nacque Emilio Lussu. Tre centri dove, appunto per la loro storia, il centrosinistra avrebbe dovuto vincere, ma così non è stato.
Anche altri feudi storicamente rossi hanno scelto il centrodestra. Tra questi Iglesias (governata dal Pd), Buggerru, Gonnesa, Fluminimaggiore e altri paesi del Sulcis Iglesiente, zona dove la crisi è più forte e la disoccupazione sfiora percentuali altissime. In questa zona a Zedda va solo Carloforte. Nel Medio Campidano il sindaco di Cagliari conquista solo 9 comuni, tra i quali Guspini e Villacidro (in quest’ultima, tuttavia, il primo partito è la Lega, seguita dal Pd). Il resto va a Solinas.
Il neo governatore conquista la Barbagia e un po’ tutto il Nuorese, tranne Nuoro e altri 11 centri, tra cui Aritzo, Dorgali, Mamoiada e Gavoi, che invece scelgono Zedda. Anche Oristano premia Solinas: qui la novità principale è la Lega, che al suo esordio in città diventa subito il primo partito (14,41%). Nella provincia oristanese Zedda riesce a prendere solo 22 comuni. Il centrodestra vince anche in Ogliastra – tranne che a Baunei, Lanusei e Ulassai- nella provincia di Olbia-Tempio (eccetto Loiri Porto San Paolo e Oschiri, al M5S), e nella provincia di Sassari, dove solo 8 comuni vanno a Zedda. La Lega è il primo partito anche ad Alghero; il Pd, invece, è primo a Sassari, nonostante qui la maggioranza degli elettori abbia votato Solinas. Zedda non riesce a conquistare neanche Seui, paese natale della madre.
Buone nuove per il genere femminile. Seppur in netta minoranza le nuove consigliere saranno con tutta probabilità 10, 6 in più rispetto alla scorsa legislatura. Si vedono quindi già i frutti della legge sulla doppia preferenza di genere.
Quanto ai candidati al Consiglio regionale, ci sono già i primi nomi sicuri (anche se non ufficiali) di chi con ogni probabilità ha conquistato un posto in via Roma. Sono 60, di cui 8 donne. Per il Pd: Piero Comandini, Cesare Moriconi, Valter Piscedda, Gianfranco Ganau, Roberto Deriu, Giuseppe Meloni, Gigi Piano e Salvatore Corrias; per il Psd’Az: Gianni Chessa, Nanni Lancioni, Stefano Schirru, Piero Maieli, Franco Mula, Giovanni Satta e Fabio Usai; per Forza Italia: Alessandra Zedda, Ivan Piras, Antonello Peru, Emanuele Cera, Giuseppe Talanas e Angelo Cocciu; per Fratelli d’Italia: Paolo Truzzu, Nico Mundula, Francesco Mura (sindaco di Nughedu Santa Vittoria). Per Sardegna 20venti: Stefano Tunis, Pietro Moro e Domenico Gallus; per Sardegna Civica: Roberto Caredda. Per la Lega: Andrea Piras, Sara Canu, Michele Pais, Maria Assunta Argiolas, Annalisa Mele, Pierluigi Saiu, Dario Giagoni e Michele Ennas; per l’Udc: Giorgio Oppi (consigliere più longevo, presente dal 1979), Gian Filippo Sechi e il sindaco di Tempio Andrea Biancareddu; per i Riformatori: Michele Cossa, Aldo Salaris e Giovanni Antonio Satta, sindaco di Buddusò.
E ancora: Valerio De Giorgi (Fortza Paris), Eugenio Lai e Daniele Cocco (rispettivamente sindaci di Escolca e Bottida) in campo con LeU; Francesco Agus e Gian Franco Satta (Campo Progressista); Laura Caddeo e Diego Loi (Noi La Sardegna); Franco Stara e Raimondo Cacciotto (Futuro in Comune); Maria Laura Orrù (Sardegna in Comune). Tra i perdenti più illustri, sempre per quanto riguarda la corsa a consigliere regionale, spiccano l’assessore uscente alla Sanità Luigi Arru e il sindaco di Sassari Nicola Sanna.
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