Regionali 2019: le interviste ai candidati ogliastrini. Parla Salvatore Corrias ( Zedda Presidente)
Oggi ci confrontiamo con Salvatore Corrias, sindaco di Baunei e insegnante, candidato per il Partito Democratico (Zedda Presidente).
Domenica 24 febbraio i cittadini sardi saranno chiamati ad eleggere il Presidente della regione e il Consiglio regionale. La Sardegna è una delle sei regioni italiane che in questo 2019 sarà chiamata alle urne, insieme insieme ad Abruzzo, Calabria, Piemonte, Emilia Romagna e Basilicata. In Ogliastra, da settimane, la campagna elettorale si è fatta infuocata. Noi di Vistanet cercheremo di dare spazio ai candidati ogliastrini di tutte le coalizioni, sottoponendo loro la medesima griglia di domande.
Oggi ci confrontiamo con Salvatore Corrias, sindaco di Baunei e insegnante, candidato per il Partito Democratico (Zedda Presidente).
Partiamo dalla sua decisione di candidarsi. Cosa l’ha convinta a mettersi in gioco e a pensare di mettersi al servizio della comunità? Che valore aggiunto pensa di poter dare, nel caso in cui dovesse essere eletto consigliere, alla qualità della vita degli ogliastrini?
La scelta della mia candidatura proviene da un’ampia convergenza sul mio nome, ed è, soprattutto, l’espressione di un “noi” condiviso: la politica deve affrancarsi dai personalismi, deve essere espressione di un desiderio, quello di fare il bene della collettività, nell’esclusivo interesse degli altri, non di se stessi. Questo è il senso del mio operato e questa è la motivazione che tiene accesa la mia passione politica. Nel caso in cui venissi eletto, porterò la mia esperienza di Sindaco e la metterò a disposizione della nostra comunità ogliastrina, secondo una visione inclusiva e non divisiva, capace di dare un contributo reale alla soluzione dei problemi, senza slogan dell’ultim’ora. Noi siamo ciò che facciamo, non ciò che promettiamo.
Trasporti e infrastrutture sono una spina nel fianco dell’Isola. Solo solo in Ogliastra abbiamo: un aeroporto chiuso dal 2011, che nei tempi d’oro ha fatto atterrare oltre 50mila persone in Ogliastra. Poi un porto, quello di Arbatax, che vede attraccare sempre meno navi e poi una strada, la nuova 125 Orientale Sarda che ancora non è compiuta nonostante l’inaugurazione di un primo tratto nel lontano 2002. Quali soluzioni per l’Ogliastra
L’ANAS ci rassicura sull’immediata ripresa dei lavori sul tratto CEA-Tortolì e sulla chiusura definitiva dei lavori entro il 2021. I ritardi sono addebitabili ad una gestione burocratica lenta, appesantita da questioni che esulano dalla volontà politica: l’impegno del governo regionale c’è stato tutto, in termini finanziari ed esecutivi. La ss 125 è un’arteria vitale per il nostro territorio, in un rapporto di reciproca funzionalità con la 389, da raccordarsi con la sp 27, dove stanno per partire i lavori, e con le strutture del porto e dell’aeroporto. Il porto deve riappropriarsi della sua vocazione industriale, in aperta simbiosi con l’area retrostante, della sua vocazione commerciale, a servizio delle attività produttive del territorio, della sua vocazione turistica, in rete con un’offerta locale e regionale significativa, aperta ad un turismo euromediterraneo che vede nella Sardegna una destinazione privilegiata. Per questo, soprattutto per questo, c’è bisogno di un impegno ancora più forte per far decollare l’aeroporto, nevralgico in vista di una crescita delle presenze in Ogliastra.
Giustamente quella della mancanza di lavoro è una priorità assoluta da affrontare: è da qui che si prendono le misure di una vera democrazia. Qual è la sua ricetta per combattere la precarietà, il ricatto del bisogno
Il tasso di disoccupazione, in Ogliastra e in Sardegna, è preoccupante. Le istituzioni hanno il dovere di portare avanti tulle le azioni politiche necessarie ad arginare il problema sul versante del sostegno all’occupazione, con forti investimenti nella formazione professionale, con un welfare che presti la giusta attenzione alle povertà sommerse, da affrontare con misure di inserimento lavorativo che chiamino in causa il mondo delle piccole e medie imprese e i soggetti del terzo settore. Il mercato del lavoro è sempre più mobile, tanto che qua, come in tutto il meridione d’Italia, i giovani non possono più investire sulle loro competenze e son costretti ad andar via: su questo la politica ha grosse responsabilità ed è su questo che le istituzioni devono agire con forza, affiancando e sostenendo chi vuole investire nel territorio, nei comparti del turismo e dei servizi, delle manifatture, dell’artigianato e dell’agroalimentare. L’Europa mette a disposizione le risorse e noi dobbiamo essere pronti a captarle: su questo, la Regione sta facendo davvero tanto. Bisogna continuare su questa linea, specie I vista della prossima Programmazione europea 2021-2027.
L’organizzazione della sanità rappresenta una sfida fondamentale per il Governo della Regione. Cosa pensa della riforma sanitaria? Quali azioni intende compiere nello specifico rispetto alla situazione del nosocomio lanuseino?
Per fare le riforme ci vogliono visione e coraggio, per capirne il senso ci vuole tempo e capacità di riconoscerne limiti e opportunità. Questa riforma sanitaria ha pagato lo scotto della burocrazia, tanto da creare una forte discrepanza tra la necessità di accoglierne i presupposti e la possibilità di comprenderne il risultato: nonostante alcuni buoni risultati (per esempio, la spesa farmaceutica finalmente ridotta: 92 milioni di euro in due anni), è necessario invertire la tendenza, assumendo la coscienza delle criticità esistenti, facendo scelte diverse, con una maggiore attenzione ai servizi ospedalieri e di distretto, considerando le peculiarità geografiche e socioeconomiche del nostro territorio. Due, per la Sardegna, le parole d’ordine: prevenzione e integrazione.
Quali sono, a suo avviso, le altre emergenze da fronteggiare subito per quanto riguarda l’Ogliastra
È necessario porre rimedio alla sofferenza delle imprese, con misure di prossimità più adeguate alle loro attese, abbattendo gli insopportabili ritardi della burocrazia.
È urgente, specie dopo l’esito dell’ultimo referendum costituzionale, rimettere mano alla legge 2 e riformare il sistema degli enti locali, prestando forte attenzione ai territori periferici: oggi l’Ogliastra soffre una condizione di orfanità istituzionale che non possiamo più tollerare.
È fondamentale, per altri riguardi, adottare politiche sociali fortemente orientate alla tutela dei giovanissimi, degli anziani (siamo la terra della longevità) e delle donne, ed è importante, in questo senso, essendo la nostra una società educante, rivitalizzare la rete scolastica territoriale, specie nell’alveo dell’esperienza del modello di “Iscola”, un grande traguardo di questa Giunta, una grande esperienza d’avanguardia.
Permettere ai nostri giovani di farsi le ossa nella nostra Isola e di poterci restare per costruire qui un futuro sembra una delle maggiori sfide che la Regione dovrà affrontare. Come pensa di riuscirci
È senz’altro la sfida più importante: per ogni giovane che prende il biglietto di sola andata c’è un germoglio che muore. L’esperienza del “master and back”, così virtuosa, ci ha lasciato senza il “back”: i giovani vanno via e non ritornano, e la responsabilità, morale e sociale, è anche della politica. C’è bisogno di una maggiore integrazione tra processi educativi e formativi, tra competenza e nuova conoscenza, perchè è lì che si generano nuove professionalità, in tutti i comparti della nostra società, dall’alberghiero all’artigianale e oltre, in Sardegna e in Ogliastra. Se c’è lavoro i giovani non vanno via e restano qua, i germogli diventano fiori, e i fiori portano frutto.
Le donne devono entrare a pieno titolo nell’economia e nelle istituzioni, per ragioni di giustizia, di equità sociale, ma soprattutto per garantire un reale sviluppo alla Sardegna. Quali sono le azioni che intende portare avanti per sostenerle?
Bisogna sostenere con forza le realtà del nostro territorio, garantendo una maggiore interazione tra i servizi dei nostri Comuni e i soggetti sociali e culturali che qui operano, a Tortolì e a Lanusei: è con loro che si può fare tanto. L’intesa istituzionale in atto, già sottoscritta con la Diocesi e il centro Caritas, con il Tribunale di Lanusei e con le Forze dell’Ordine, Carabinieri e Questura, è il giusto viatico: l’ascolto e la prevenzione sono fondamentali per arginare i fenomeni di violenza di genere. Senza il rispetto non c’è giustizia e non c’è equità, e le donne, in ogni veste, di madri e di spose, in ogni settore, politico, sociale, d’impresa, fanno la differenza.
Parliamo di fasi attuative e priorità. Quali saranno
È prioritario creare una forte sinergia sociale tra tutti gli attori del territorio, in tutti i campi, educativo e formativo, istituzionale ed economico, pubblico e privato, all’insegna del dialogo, secondo un approccio che privilegia la condivisione delle buone pratiche. Sono esperienze che vivo da sindaco, da anni, quotidianamente, cercando ai attuare gli esiti di una programmazione strutturata e coerente, che viene da lontano, specie in alcuni settori nevralgici: il turismo e la tutela dell’ambiente, le produzioni culturali locali, le strutture e le infrastrutture, la scuola e il sociale nella sua dimensione comunitaria, individuale e collettiva.
Lì stanno le mie priorità, lì sta la buona politica.
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