I ragazzi di Tortolì e Girasole a lezione di storia con il centenario Michelino Scudu
I ragazzi di Tortolì e Girasole a lezione di storia con il centenario Michelino Scudu.
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“Ieri la comunità di San Giuseppe di Tortolì e Beata Vergine di Monserrato in Girasole, in occasione di due ricorrenze La Giornata della Memoria e la Giornata del Ricordo, hanno ospitato Zio Michele Scudu, centenario di Villagrande, il quale con lucidità, linguaggio perfetto e una sottile ironia ha spiegato ai ragazzi e alle comunità la sua esperienza durante la II GUERRA MONDIALE” ha scritto Don Evangelista sul suo profilo social.
“Un’assemblea attenta ha colto molti particolari che sfuggono ai libri di storia. I nostri oratori hanno un obiettivo: la Formazione umana per educare i ragazzi a saper vivere nella società, saper giocare senza dividere, saper costruire insieme a vantaggio di tutti…ORATORIO SAN GIUSEPPE E GIRASOLE …LAVORIAMO PER SORRIDERE….IL NOSTRO IMPEGNO C’È”.
L’incontro si è svolto a partire dalle 18 presso l’Oratorio San Giuseppe.
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In quel maledetto pozzo artesiano che nel giugno del 1981 ingoiò vicino a Roma Alfredino Rampi si calò anche un sardo, Angelo Licheri, che oggi ha 76 anni. Fu lui, sardo coraggioso e con il fisico da contorsionista, a calarsi a testa in giù nelle viscere della terra per cercare di afferrare il polso filiforme del bambino e tirarlo fuori dall’incubo. Ma l’impresa disperata non gli riuscì. E da allora questo eroe sfortunato si porta nella mente le cicatrici di una tragedia assurda. Tragedia entrata in qualche modo nella storia d’Italia: è ancora la più lunga diretta televisiva della Rai, che trasmise le immagini a reti unificate indugiando sul presidente della Repubblica Sandro Pertini, che volle seguire personalmente le operazioni di soccorso.
Quell’uomo per una notte tenne venticinque milioni di italiani con il fiato sospeso. Si calò nel pozzo per tirare su il bimbo incastrato, ma non riuscì a salvarlo. Giunto a trenta metri sotto terra Angelo arrivò persino a stringere il braccio esile di Alfredino. I due si parlarono, Angelo provò a consolarlo ma la presa cedette. La fine di ogni speranza: il piccolo morì alle 6,30 del 13 giugno.
