L’Airone Tortolì perde l’imbattibilità in casa. La squadra di Marco Gagliardi delude in casa contro i ragazzi del Quadrifoglio Porto Torres.

Nella gara di andata si erano imposti i padroni di casa e anche in quella di ritorno i ragazzi del Quadrifoglio sono riusciti nell’impresa e soprattutto a prendere l’intera posta i palio.

I ragazzi di Marco Gagliardi hanno perso l’imbattibilità in casa, infatti in questa stagione non avevano mai perso in casa, ci è riuscito il Quadrifoglio, che in una gara caratterizzata dai molti errori da entrambe le squadre, è stata brava sul finire dei set ad approfittare del momento negativo dei padroni di casa e portarsi cosi a casa i tre punti in palio.

Primo set tutto di marca ospite, nonostante il mister Gagliardi aveva provato a girare la formazione, i sei in campo non davano il risultato sperato e preparato in settimana, sempre in ritardo sulla ricezione e per nulla precisi su alzate ed attacco, si chiude con il primo set in svantaggio; dopo la doverosa strigliata alla squadra, i ragazzi capitanati da Andrea Lai, partono bene nel secondo set, molto più incisivi al servizio che mette in difficoltà il palleggiatore avversario e soprattutto più attenti in attacco e contrattacco, si chiude facile sul 25/14 e tutto lascia sperare in una netta ripresa degli Aironi, nulla da fare, nella terza e quarta frazione di gioco si vedono nuovamente tutti gli errori del primo set, nuovamente imprecisi e soprattutto poco attenti nel sistemare le situazioni di gioco non perfette; si gioca punto a punto con piccoli allunghi da una parte e dall’altra sino al 20 pari, dopo di che emergono importanti errori da parte dei padroni di casa che consentono agli ospiti di chiudere e festeggiare i tre punti guadagnati.

A fine partita Carlo Baraldi non lo manda a dire ai propri compagni “oggi non esistono meriti degli avversari, ma solo demeriti nostri, siamo stati inguardabili non solo nell’aspetto tecnico, ma soprattutto dal punto di vista dell’atteggiamento” aggiunge poi Carlo “tra due settimane abbiamo la gara con la PVN e dobbiamo essere dei leoni”

Tabellino gara: Angius 14, Russo, Baraldi 3, Loi 5, Asoni, Melis 1, Lai 21, Demurtas, MulasL1 1, Busalla 3, n.e. Mameli e Piu; Allenatori Gagliardi e Asoni.

Sa die de sa Sardigna, come riporta Sardegna Cultura, è la festa del popolo sardo che ricorda i cosiddetti “Vespri Sardi“, cioè l’insurrezione popolare del 28 aprile 1794 con il quale si allontanarono da Cagliari i Piemontesi e il viceré Balbiano in seguito al rifiuto del governo torinese di soddisfare le richieste dell’isola titolare del Regno di Sardegna.

I Sardi chiedevano che venisse loro riservata una parte degli impieghi civili e militari e una maggiore autonomia rispetto alle decisioni della classe dirigente locale. Il governo piemontese rifiutò di accogliere qualsiasi richiesta, perciò la borghesia cittadina con l’aiuto del resto della popolazione scatenò il moto insurrezionale.

Il movimento di ribellione era iniziato già negli anni Ottanta del Settecento ed era proseguito negli anni Novanta toccando tutta l’Isola. Le ragioni erano di ordine politico ed economico insieme.

Il motivo del malcontento popolare era dovuto anche al fatto che la Sardegna era stata coinvolta nella guerra della Francia rivoluzionaria contro gli stati europei e dunque contro il Piemonte. Nel 1793 una flotta francese aveva tentato di impadronirsi dell’Isola, sbarcando a Carloforte e insistendo successivamente anche a Cagliari. I Sardi però opposero resistenza con ogni mezzo, in difesa della loro terra e dei Piemontesi che dominavano allora in Sardegna. Questa resistenza ai Francesi aveva entusiasmato gli animi, perciò ci si aspettava un riconoscimento ed una ricompensa dal governo sabaudo per la fedeltà dimostrata alla Corona.

La scintilla che fece esplodere la contestazione fu l’arresto ordinato dal viceré di due capi del partito patriottico, gli avvocati cagliaritani Vincenzo Cabras ed Efisio Pintor. Siamo appunto al 28 aprile del 1794: la popolazione inferocita decise di allontanare dalla città il viceré Balbiano e tutti i Piemontesi, che nel mese di maggio di quell’anno furono imbarcati con la forza e rispediti nella loro regione. Incoraggiati dalle vicende cagliaritane, gli abitanti di Alghero e Sassari fecero altrettanto.

Ma l’allontanamento non durò tanto: nel giro di poco tempo i Piemontesi ritornarono in Sardegna e tutto ricominciò più o meno come prima.