Ancora nessuna traccia né notizia dei tre ragazzi scomparsi. L’appello a “Chi l’ha visto”
Cinque giorni senza avere nessuna notizia di loro: Asia, Davide e Giovanni Mattia sono scomparsi il 12 gennaio e poi di loro, nessuna traccia
Sono scomparsi da cinque giorni, il 12 gennaio scorso, volontariamente senza dare nessuna notizia. Si tratta di tre ragazzi, Asia, Giovanni e Davide, la prima di Maracalagonis e gli altri due di Decimomannu. I familiari, disperati hanno lanciato l’appello anche a Chi l’ha visto nella speranza di ricevere qualche informazione sui loro figli. Ecco le schede dei tre scomparsi:
Asia: 15 anni, occhi e capelli castani, altezza 1,60 m. Al momento della scomparsa indossava un giubbotto mimetico, un paio di jeans e scarpe da ginnastica. Vive a Maracalagonis con la sua famiglia. Frequenta il primo anno dell’Istituto Superiore Scienze Umane Eleonora D’Arborea a Cagliari. Sabato 12 gennaio ha preso il pullman per andare a scuola ma sappiamo che qui non è mai arrivata. E’ stata vista alla stazione ferroviaria di Cagliari insieme ai suoi due amici Davide e Giovanni Mattia anche loro scomparsi. Ha portato via con sé lo zaino della scuola ma al posto dei libri ha messo alcuni cambi, la piastra per i capelli ed i suoi trucchi. Ha con sé il cellulare che risulta spento.
Giovanni Mattia Onnis, 15 anni, occhi e capelli castani, altezza 1,80 m. Al momento della scomparsa indossava un parka blu, un pantalone beige e scarpe da ginnastica bianche. Segni particolari:una cicatrice sul sopracciglio destro, un tatuaggio con la scritta “Mum and Dad” sul braccio destro. Giovanni Mattia vive a Decimomannu (Cagliari) con la sua famiglia. Sabato 12 gennaio è stato visto alla stazione ferroviaria di Decimomannu con il suo amico Davide, anche lui scomparso e successivamente i due ragazzi sono stati visti alla stazione di Cagliari in compagnia di Asia, l’altra minorenne scomparsa. Ha con sé i documenti. Indossa un piercing al centro del labbro superiore.
Davide: 15 anni, occhi e capelli castani, altezza 1,77 m. Vive a Decimomannu con la sua famiglia. Frequenta il primo anno dell’Istituto Superiore Scienze Umane Eleonora D’Arborea a Cagliari. Sabato 12 gennaio è stato visto alla stazione ferroviaria di Decimomannu con il suo amico Giovanni Mattia, anche lui scomparso e successivamente i due ragazzi sono stati visti alla stazione di Cagliari in compagnia di Asia, l’altra minorenne scomparsa. Ha con sé la sua bicicletta, una BMX di colore verde e grigia. Ha portato via da casa un piumino nero ed un giubbotto blu, due paia di scarpe da ginnastica, un paio dorate e un paio bianche. Ha con sé i documenti e l’abbonamento del pullman. Indossa un cerchietto argentato con una croce al lobo sinistro. Porta gli occhiali da vista modello aviatore color argento oppure le lenti a contatto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Curiosità. Centinaia di villaggi sardi scomparvero tra il XIII e il XIV secolo, perché?
Curiosità. Centinaia di villaggi sardi scomparvero tra il XIII e il XIV secolo, perché?
È negli anni ’60 del Novecento che la scomparsa di centinaia di villaggi tra il 1200 e il 1300 inizia a diventare tema privilegiato. D’altronde le metodologie di studio si affinano, le ricerche si fanno corpose e l’incrocio di fonti documentarie, cartografiche e materiali favorisce le risposte.
Innanzitutto, son state individuate tre fonti principali di spopolamento: epidemie, guerre e feudalesimo. Nel periodo giudicale, c’erano moltissime proprietà di medie-grandi dimensioni. Il segno distintivo è che fossero capaci di auto sostenersi, di commerciare. La dominazione pisana del XIII secolo avrebbe, perlomeno secondo alcuni, favorito la stabilità di questi ultimi. Intanto però nella Sardegna dell’interno le popolazioni iniziavano a riunirsi per fronteggiare difficoltà di tipo produttivo.
Nel XIV secolo ci fu la crisi dei villaggi agrari e la diffusione, in Sardegna, dell’allevamento. La pastorizia che si affermava sull’agricoltura determinò di fatto la natura degli insediamenti. La transumanza, per esempio, iede inizio alla realizzazione delle “pinnettas”, capanne di villaggi temporanei. A partire dalla fine del Medioevo, la lunga lista di villaggi scomparsi diventò materia di studio per i contemporanei che ne contavano tra 400 e 800. Nella seconda metà del ‘900, vennero censiti da John Day – che ne contò 790 – e da Angelo Terrosu Asole e Francesco Cesare Casula – 694 –.
Le leggende che vedono come causa dello spopolamento i banditi, molto diffuse, nasconderebbero per gli studiosi dinamiche diverse: quando i rapporti con gli esterni diventavano più importanti di quelli interni – nuove relazioni sociali, economiche, familiari – gli individui migravano verso il nuovo centro portando con sé anche “il diritto di proprietà” su una certa estensione e quello del culto dei santi. Gli stessi territori dei villaggi abbandonati diventavano spesso oggetto di contesa tra villaggi vicini.
Fonte: Antonio Maccioni “101 perché sulla storia della Sardegna che non puoi non sapere”, Newton Compton Editori, 2017
© RIPRODUZIONE RISERVATA