“Colui che porta la luce” tenta ora di puntarla verso di sé. Intervista a Riccardo Porrà, nuovo rapper tortoliese

“Colui che porta la luce” tenta ora di puntarla verso di sé. Riccardo Porrà, 23 anni, nome d’arte Deep Rich alias Lucifero è il nuovo rapper tortoliese. A qualche giorno dall’uscita del suo primo singolo, “Luna Rossa”, si racconta a Vistanet.
“Colui che porta la luce” tenta ora di puntarla verso di sé. Riccardo Porrà, 23 anni, nome d’arte Deep Rich alias Lucifero è il nuovo rapper tortoliese.
A qualche giorno dall’uscita del suo primo singolo, “Luna Rossa”, si racconta a Vistanet.
Partiamo da qui, come sta andando la pubblicazione del tuo primo pezzo?
Posso ritenermi soddisfatto, l’impatto con il pubblico è stato ottimo e soprattutto sono molto contento che abbia colpito diverse fasce di età, dai bambini ai genitori. Ho ricevuto un sacco di complimenti dalle persone che mi circondano. Questa, essendo la prima canzone, la considero un esperimento che mi servirà a capire meglio quali potranno essere le prossime mosse.
Cosa rappresenta per te questo brano?
Rappresenta l’eterna adolescenza. È rivolta principalmente alla persona che ero, piena di limiti nonostante le grandi ambizioni. Penso che la cosa più importante per diventare un uomo, oltre il lavoro e sistemarsi, sia comprendere se stessi con il fine di migliorarsi.
Bene, ora riavvolgiamo il nastro: quando nasce la tua passione per la musica?
La mia passione per la musica è presente da quando sono bambino. Mia madre mi ha mostrato e fatto rileggere una canzone che scrissi alle materne, ho ritrovato anche qualche scritto del periodo delle scuole medie. Ho iniziato però a comprendere di voler essere un cantautore a tutti gli effetti solo quando vivevo a Londra.
Perché ti fai chiamare Deep Rich ma il tuo nome d’arte è Lucifero?
Deep Rich rappresenta la metà di me devota alla ricerca interiore con una grande determinazione e voglia di mettersi in gioco. Sempre pronto a tutto per chi e ciò che è importante per me
Lucifero che vuol dire “colui che porta la luce” rappresenta l’altra metà di me, una persona anticonformista che vuole battersi per far si che ogni diversità venga accettata. Nel mio percorso di vita ho dovuto subire tanto odio e ho pagato a mie spese il risultato che ne viene da esso, da lì è nata in me l’esigenza di combattere questo sentimento, di cui molti sono schiavi.
Riccardo non è altro che Lucifero e Deep Rich messi insieme.
Cosa vuol dire per te essere un artista?
Per me essere un artista significa essere in grado di plasmare quelle che sono le sensazioni, i sentimenti e le prospettive di vita personali in qualcosa in cui il pubblico possa rivedersi. A differenza di molti altri artisti il cui unico scopo è quello di mettere in mostra la propria vita assurgendo a modello unico e inimitabile. Per me questa non è arte ma un modo morboso di voler essere idolatrato.
Ti rispecchi in qualche artista?
Sono tanti gli artisti che mi hanno lasciato qualcosa e mi hanno salvato. Da piccolo avevo un debole per i Linkin Park e Jay-z ma crescendo i miei gusti musicali si sono ampliati tanto su diversi generi. La cultura hip hop rimane la mia preferita ma abbraccio anche molti degli ideali del movimento del ‘68 a parte gli psichedelici.
Una delle tue passioni è il cinema, desideri ancora diventare un regista?
Il cinema per me rimane una grande passione, penso che grazie ad esso si possa ricreare una vita o crearne una nuova in cui lo spettatore possa immedesimarsi. Questa per me è pura magia. Per ora mi limito a fare il cantante dato che sono solo all’inizio e ho tanta strada davanti a me, per quanto riguarda il futuro non si sa mai quali occasioni potrà offrire.

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