Sardegna terra di centenari: la nonnina di Quartucciu compie 105 anni. Buon compleanno, signora Emanuela, una delle donne più anziane d’Italia.

Autonoma, lucida, elegantissima, Emanuela Farci, nata il 30 giugno a Maracalagonis e poi trasferitasi dopo il matrimonio nel paese alle porte di Cagliari, sorride sempre alla vita.

Vedova dal 1986 (il marito si chiamava Agostino Sunda) in ogni caso non le è mai mancato l’affetto dei cari. Simpatica, estroversa, due anni fa ha avuto un piccolo acciacco, ma in casa è ancora la regina incontrastata, anche se dall’anno scorso ha una badante che l’aiuta nelle mansioni di tutti i giorni.

Ha avuto sette figli (uno è morto tempo fa) e porta benissimo i suoi anni.

«Mi sono sposata a 19 anni, allora si era ancora minorenni», dice sorridendo nonna Emanuela, «mi occupavo delle faccende domestiche, lavoravo il grano, facevo la farina, la semola, persino la fregola. In casa non mancava mai nulla».

A scuola non ha concluso le Elementari, ma erano altri tempi e con i figli è sempre stata presente in occasione dei compiti. «Li aiutavo a fare le sottrazioni e le addizioni, li seguivo», aggiunge la donna mescolando sapientemente italiano e sardo campidanese, «e nel tempo libero mi occupavo di cestineria, facevo i canestrini per i matrimoni».

Il giorno del matrimonio se lo ricorda benissimo: «Certo, mio marito Agostino venne a prendermi con il calessino a Maracalagonis, ero vestita di celeste e avevo un velo di tulle».

La memoria è il suo forte e ricorda a memoria tutti i numeri di telefono dei figli. Tifosissima del Cagliari, ben prima dello Scudetto, qualche anno fa è andata persino allo stadio con uno dei suoi figli.

Adesso il suo tempo è scandito dalla presenza di figli e nipoti di più generazioni: «Esco sempre meno e guardo la televisione, faccio il rosario e tutte le preghiere, una per ogni figlio». Niente male per una splendida 105enne. Buon compleanno, nonna Emanuela.

Doppia festa a Perdasdefogu per zio Efigeddu Piroddi, quella del papà e quella per il suo compleanno.

Padre di tre figli, nonno di sei ragazzi e bisononno di quattro pronipotini, Zio Efigeddu, classe 1919 , ha spento oggi tra l’affetto dei suoi familiari 99 candeline. Memoria di ferro e immensa bontà sono i tratti caratteristici che più lo contraddistinguono.

Una vita intensa quella del nonnino foghesino che ha vissuto, da militare, il terribile secondo conflitto mondiale, anni di duro lavoro scolpiti nella sua mente, di quel periodo ricorda davvero tutto. Anche di quando, come racconta, passò otto mesi in Corsica, o di quando camminò per interminabili chilometri, per 136 paesi diversi d’Italia: «vidi tanti morti sotto gli spari- ricorda tra le lacrime- ma si doveva pensare a sopravvivere e vincere le proprie paure.»

Tra disagi inimmaginabili percorse, per rientrare a casa, la strada da Olbia a Perdasdefogu, interamente a piedi.

Pastore nel paese ogliastrino, il novantanovenne ha partecipato alla campagna di rimboschimento di Santa Barbara, oggi un angolo di natura incontaminata e di bellezza unica.

Tra i suoi ricordi più vividi la durezza della vita in campagna, che ha condiviso col padre, anch’egli pastore, per seguire un grande gregge di pecore. Ma anche l’importante rito della preparazione de ” s’olgiu e stincu”, l’olio di lentisco, per il quale veniva appositamente chiamato: «si dovevano schiacciare le bacche con i piedi- racconta il nonnino- era un lavoro duro ma non adatto a tutti.»

La paga a quei tempi era inesistente, e per rendergli  grazie gli venivano regalati alcuni litri d’olio utilizzati poi in famiglia per condire i “culurgioni”.

Il nonno di zio Efigeddu, si chiamava, Giuseppe Piroddi ed era conosciuto come “Su megu”Piroddi (il flebotomo), curava i malanni con le erbe antiche.

Fino a qualche anno fa il longevo nonnino si recava all’orto, passione per la coltivazione che ha portato avanti per tutta la vita.

Vedovo dal 2002 zio Efigeddu oggi ha ricevuto in casa i suoi familiari, che gli hanno organizzato una bella festa a sorpresa, non una ma ben due torte, una da parte della sua famiglia e una da parte dei suoi cari vicini, i Melis.

Giornata ricca di forti emozioni per zio Efigeddu, che oggi è stato coccolato soprattutto dalle sue dolci nipotine, vicino al focolare domestico ha scattato con loro tante foto, da cui traspaiono i suoi occhi buoni, di nonno tenero e disponibile. Auguri zio Efigeddu.