Tortolì, “Le Launeddas a scuola”, il maestro Rocco Melis incanta gli studenti di Monte Attu
L’ultima fase del seminario ha visto i ragazzi coinvolti nel provare “sa mancosedda”, la canna più sottile, infine il maestro è stato letteralmente travolto dalle domande più curiose e bizzarre degli studenti.
Ieri pomeriggio, presso l’aula magna della scuola secondaria di Monte Attu, le classi prime, coordinate dalle docenti Cinzia Pintus e Francesca Loddo, nell’ambito di un’attività laboratoriale interdisciplinare realizzata in collaborazione con il professore di musica Giorgio Rubiu, hanno partecipato al progetto “ Le launeddas a scuola”.
Le Launeddas o “Sonus de canna” , come vengono chiamate in alcune zone della Sardegna, sono lo strumento musicale isolano più antico. Infatti le loro origini sono documentate sin dall’epoca nuragica, come evidenzia il bronzetto itifallico proveniente da Ittiri. Si sono evolute nell’arco dei secoli, diventando, in molte zone della Sardegna, strumento unico se non indispensabile da suonare per le feste e le sagre paesane.
I ragazzi hanno ascoltato con curiosa attenzione parole e note musicali maestro Rocco Melis, costruttore e suonatore sanvitese. Egli ha spiegato loro l’evoluzione di suoni e melodie che fuoriescono da semplici canne di fiume intagliate a mano. Per le nuove generazioni, purtroppo, si avverte un notevole distacco tra questi strumenti antichissimi e le nuove tecnologie digitali.
Qualcuno di loro conosceva solo il lato estetico dello strumento, senza comprendere il significato artistico musicale delle esecuzioni. Oggi, con grande entusiasmo, sono diventati dei piccoli “intenditori” di ciò questo straordinario strumento riesce ad esprimere attraverso questa meravigliosa melodia etnica tradizionale sarda.
Il seminario si è svolto anche mediante varie esecuzioni di brani musicali, intervallati dalle spiegazioni del maestro sulle varie caratteristiche costruttive dello strumento. L’esempio pratico della costruzione di alcune parti dello strumento, attraverso l’utilizzo di specifici antichi utensili ha destato grande curiosità fra i ragazzi.
L’ultima fase del seminario ha visto i ragazzi coinvolti nel provare “sa mancosedda”, la canna più sottile, infine il maestro è stato letteralmente travolto dalle domande più curiose e bizzarre degli studenti.
Un’esperienza didattica innovativa e coinvolgente.

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