Una lettera ingiallita dal tempo e una passione, quella per la legatoria, che unisce due donne lontane nel tempo: “La rilegatrice di storie perdute” di Cristina Caboni, il romanzo uscito il 12 ottobre scorso e che già fa parlare di sé.
Sofia Bauer è una trentaduenne depressa e priva di sogni. Il matrimonio con Alberto l’ha svuotata, logorata. Da quando è avvenuto il rito del “finché morte non ci separi” lei si è annullata, si è dedicata sempre e solo a lui. Ha smesso di essere una bibliotecaria specializzata con la passione per la legatoria, diventando solo e semplicemente una brava moglie, come Alberto desidera. Ecco perché quell’anello al dito non è una promessa di bellissimo amore, bensì una prigione… una prigione fatta di compromessi attuati solo da parte di Sofia, di malumori e di perdita di voglia di vivere, di grinta. Una prigione densa di giornate dedicate a un uomo che non capisce che per essere felici in amore sia necessario sentirsi incoraggiati anche nel proprio percorso lavorativo.
Nel petto di Sofia, però, splende e scoppietta un fuoco. Quanto resisterà in una vita tiepida, senza più emozioni?
Quando un vecchio libraio le dona un libro antico e malmesso, lei sente di poter respirare di nuovo. Compra tutto il materiale per sistemarlo a regola d’arte, si dirige verso casa. È euforica, finalmente si sente nuovamente viva. Non sa che nella copertina malconcia di quel volume scritto da un importantissimo scrittore di due secoli prima c’è un segreto. Una lettera firmata da una certa Clarice, una lettera con un enigma nascosto. La calligrafia è bella, elegante, dolce ma prorompente allo stesso tempo. Quella donna – così lontana nel tempo ma così vicina al cuore di Sofia – ha anch’essa la passione per la legatoria. E nasconde, in quel foglio ingiallito dal tempo, un segreto.
Sofia, con l’aiuto di Tomaso Leoni, esperto grafologo, ricostruisce passo dopo passo la vita di Clarice. Per farlo, però, deve affrontare anche se stessa.
I suoi occhi ritornano a essere luminosi, appassionati, proprio come un tempo. Ricorda finalmente la bellezza di essere fieri di se stessi. E Alberto? Capirà che non c’è spazio nella sua vita per un uomo che non sa apprezzare le sue passioni, i suoi interessi?
Cristina Caboni, narratrice magistrale, racconta le vicende di Sofia e di Clarice con una poesia e un’emozione tale da far penetrare totalmente il lettore nel mondo che ha creato, lo fa vivere tramite gli occhi delle protagoniste. L’amore per ciò che fanno, la loro emotività che però risplende di coraggio, la voglia di essere se stesse. Le similitudini tra le due appaiono subito forti ed è questo legame che permette a Sofia di sbrogliare la matassa: lei è legata a Clarice, la conosce pur non avendola mai vista. La conosce tramite quelle righe trovate in una copertina. La conosce perché le unisce lo stesso amore per i libri. La conosce perché è l’erede di un segreto che dura da secoli.
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