Sono stati individuati all’alba di stamane a Talana i 3 autori della tentata rapina a mano armata avvenuta il 5 agosto 2016 nella filiale del Banco di Sardegna in viale Marconi a Cagliari. Si tratta di Elia Loi, 32enne pregiudicato, allevatore, Mauro Cabras, 23enne incensurato, disoccupato e Stefano Arzu, 31enne pregiudicato, anch’egli allevatore, tutti di Talana. Per loro è scattata l’ordinanza di custodia cautelare.

Cabras e Arzu erano entrati in banca vestiti con uniformi originali dei carabinieri, mentre Loi era sopraggiunto subito dopo, con indosso una camicia bianca e in mano una borsa con due pistole (di cui una risultata provento di furto). A quel punto, hanno immobilizzato i dipendenti con delle fascette di plastica, nel tentativo di obbligare la direttrice della filiale ad aprire il caveau contenente circa 400mila euro. Tentativo fallito perché in quel momento i malviventi hanno visto i carabinieri, dandosi alla fuga da una porta posteriore priva di allarme, facendo perdere le loro tracce. Nel fuggire, i banditi hanno abbandonato sul posto le pistole e perso parte delle uniformi.

La notte stessa sono tornati sul posto, hanno recuperato l’auto utilizzata per la rapina (un’audi A3) e le hanno dato fuoco nelle campagne di Sestu. Oggi, l’individuazione dei tre: Loi e Arzu si trovavano presso la propria abitazione a Talana e Cabras è stato individuato a Sassari. Su di loro pendono le accuse di tentata rapina pluriaggravata, porto di arma clandestina, ricettazione e danneggiamento seguito da incendio. Si cerca un’eventuale quarta persona coinvolta. «Il modus operandi dei malviventi in quel frangente dimostrava la loro esperienza in queste azioni», ha detto il Comandante del Nucleo Investigativo Michele Cappa.

È stato tracciato anche un profilo genetico con l’ausilio dei Ris, grazie al quale è emerso il coinvolgimento di Loi nella rapina all’ufficio postale di Lotzorai, avvenuta il 4 settembre 2004. All’operazione hanno partecipato 40 militari dei Comandi provinciali Carabinieri di Cagliari e Nuoro (Cp Lanusei), con il personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sardegna, di unità cinofila della Compagnia Carabinieri di Cagliari e con il supporto di un elicottero dell’11° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Cagliari-Elmas.

Una storia surreale arriva da Salerno e sta facendo rapidamente il giro del web: l’Agenzia delle Entrate ha inviato una cartella esattoriale a un bambino di appena 7 anni, chiedendo il pagamento dell’Irpef arretrata relativa al 2017. Peccato che, all’epoca, il piccolo non fosse nemmeno nato.

La vicenda, incredibile ma vera, ha immediatamente suscitato lo sconcerto dei genitori, che si sono trovati di fronte a un atto ufficiale con tanto di calcolo dell’imposta e dettagli sul presunto mancato pagamento. Non si tratta di un errore di omonimia: il nome del bambino corrisponde esattamente a quello indicato nella cartella, rendendo la situazione ancor più paradossale.

I genitori hanno annunciato di aver già predisposto il ricorso formale contro l’Agenzia delle Entrate, sottolineando l’assurdità della richiesta. «È incredibile pensare che il Fisco possa avanzare pretese economiche nei confronti di un bambino che all’epoca non era nemmeno nel mondo», hanno dichiarato, denunciando un episodio che sembra frutto di un errore amministrativo di dimensioni gigantesche.

Esperti di diritto tributario sottolineano come episodi simili, sebbene rari, possano capitare a causa di problemi nei sistemi informatici o errori di attribuzione delle posizioni fiscali. Tuttavia, casi in cui il destinatario non era ancora nato sono praticamente un unicum nella cronaca nazionale.

La vicenda ha già iniziato a circolare sui social, generando reazioni tra lo sconcerto e l’ironia: molti utenti si chiedono come sia possibile che il sistema possa generare una cartella esattoriale con dati così palesemente errati.

Resta da vedere come l’Agenzia delle Entrate gestirà la situazione, ma intanto la storia di questo piccolo salernitano rischia di entrare negli annali come uno degli episodi più bizzarri del fisco italiano.