Nuova sede per l’Accademia Ogliastra che, da luglio, sarà operativa a Lotzorai

Dalla prossima stagione l’Accademia Ogliastra avrà come sede Lotzorai. L’ASD Lotzorai e l’Accademia hanno stretto una collaborazione con l’intento di creare nel nuovissimo centro sportivo un progetto, grazie anche alla collaborazione del Cagliari Calcio. Primo appuntamento il Camp Cagliari che si
Dalla prossima stagione l’Accademia Ogliastra avrà come sede Lotzorai. L’ASD Lotzorai e l’Accademia hanno stretto una collaborazione con l’intento di creare nel nuovissimo centro sportivo un progetto, grazie anche alla collaborazione del Cagliari Calcio. Primo appuntamento il Camp Cagliari che si terrà a luglio, esattamente dal 18 al 24.
Un evento importante che aprirebbe la strada all’organizzazione di eventi simili e sempre più frequenti, con l’Ogliastra sempre più protagonista e messa in risalto.
“La stagione è finita – afferma Elmar Ligurgo -, ci siamo salvati con i Giovanissimi Regionali sotto età; al Torneo Internazionale Selis siamo arrivati quarti nel girone, ma come è noto è un torneo al quale si partecipa per la bellissima esperienza che regala ai ragazzi. Bilancio? Quando i ragazzi si divertono è sempre positivo, le vittorie sono importanti ma vengono sempre dopo il primo obiettivo che è la crescita a 360 gradi. Ora il prossimo appuntamento è il Camp Cagliari a Lotzorai, un’occasione di crescita per tutti i ragazzi che vi parteciperanno.”

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Barumini, nuovi straordinari ritrovamenti dell’Età del Bronzo: portati alla luce reperti unici

La particolarità di questo scavo risiede anche nella sua fruizione diretta: avviene infatti sotto gli occhi del pubblico.
A Barumini, all’interno del suggestivo complesso di Casa Zapata, nuovi e importanti reperti dell’Età del Bronzo sono venuti alla luce nel sito di Nurax’e Cresia, confermando ancora una volta la ricchezza e la complessità del patrimonio nuragico sardo.
Le scoperte, avvenute nel corso della più recente campagna di scavi condotta sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, sono avvenute nella torre centrale del nuraghe: una struttura maestosa affiancata da tre torri laterali e in costante dialogo archeologico e storico con il vicino sito UNESCO di Su Nuraxi.
“Non ci aspettavamo di trovare un complesso di reperti così ben conservati e in un accumulo così significativo per le fasi di vita dell’Età del Bronzo”, spiega la direttrice degli scavi, Gianfranca Salis. “La torre centrale è stata riutilizzata in età storica, anche con interventi strutturali rilevanti. Proprio in quell’epoca è stato creato un cunicolo sotterraneo, parzialmente scavato nella roccia, che conduceva al pozzo: un collegamento diretto e ardito con l’acqua, che non trova confronti nel resto della Sardegna”.
Sotto gli strati di crollo che testimoniano un lungo abbandono, è riemersa la fase nuragica originaria: un frammento di vita quotidiana fatto di ciotole, tazze, olle e tegami, ritrovati in una nicchia laterale della camera principale. Oggetti legati alla sfera domestica e all’alimentazione, probabilmente lasciati lì in modo improvviso al momento dell’abbandono del vano.
“Le nuove evidenze aprono prospettive scientifiche importanti – aggiunge Salis – sia per comprendere la funzione del nuraghe Nurax’e Cresia, sia per approfondire le ragioni della sua costruzione così vicino a Su Nuraxi”. La particolarità di questo scavo risiede anche nella sua fruizione diretta: avviene infatti sotto gli occhi del pubblico, all’interno del percorso museale di Casa Zapata, dove la storia prende forma sotto lo sguardo dei visitatori.
“Casa Zapata non è solo un museo, ma un luogo vivo dove gli scavi continuano e dove i visitatori possono entrare in contatto diretto con la storia e con gli studiosi al lavoro”, afferma Emanuele Lilliu, presidente della Fondazione Barumini Sistema Cultura. “È il segno che l’archeologia, se sostenuta e integrata nel territorio, può restituire grandi risultati”.
La scoperta, oltre al valore archeologico, rappresenta anche un’opportunità per lo sviluppo culturale e turistico del territorio. “Scoperte come questa rafforzano l’identità culturale del nostro territorio e rappresentano una straordinaria occasione per la promozione turistica”, continua Lilliu. “Siamo di fronte a un sistema archeologico complesso, che parla un linguaggio internazionale ma affonda le radici nella nostra terra”.
A sottolineare l’importanza dell’aspetto museale è anche Caterina Lilliu, componente del Cda della Fondazione e responsabile scientifica del Polo museale: “Questa scoperta va ad arricchire il museo dal punto di vista storico-archeologico e offre nuove prospettive per l’allestimento. Si tratta di un importantissimo ritrovamento di materiali inediti che ora saranno studiati nel dettaglio, ma che già offrono grande valore per i nostri visitatori”.
“Queste scoperte ci raccontano quanto ancora il nostro territorio abbia da offrire”, commenta Michele Zucca, sindaco di Barumini. “Siamo consapevoli dell’enorme responsabilità che comporta custodire un patrimonio come questo, ma anche delle potenzialità in termini di sviluppo culturale, economico e turistico. La cultura è la chiave per far crescere in modo sostenibile tutta la nostra comunità”.

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