Marco Serra, da Carbonia a Vienna per promuovere la cucina isolana: «Il made in Sardegna? Apprezzato in tutto il mondo»

L’ultimo appuntamento, una cena con sette portate, si è rivelato un inno alla tradizione gastronomica della Sardegna. Era il 2 febbraio e il Marco Serra Enogastronomy, ristorante al civico 53 di Ungargasse nel terzo distretto di Vienna, ha registrato il
L’ultimo appuntamento, una cena con sette portate, si è rivelato un inno alla tradizione gastronomica della Sardegna. Era il 2 febbraio e il Marco Serra Enogastronomy, ristorante al civico 53 di Ungargasse nel terzo distretto di Vienna, ha registrato il tutto esaurito. In tanti hanno apprezzato la millefoglie di pane carasau con verdure marinate e bottarga di muggine così come il maialino marinato al mirto e le seadas col miele caldo.
Marco Serra è originario di Carbonia, ha 41 anni di cui più della metà trascorsi in giro per l’Italia tra pentole fornelli, e da tempo è l’alfiere della Sardegna e dell’Italia in Austria. Promuovere la cultura culinaria della sua terra d’origine è diventata una missione.
Lo fa quando cucina nel suo ristorante enoteca, quando impartisce lezioni e anche quando allestisce il catering per conto di ambasciatori e diplomatici. Sono 19 le ambasciate con sede nella capitale austriaca che si rivolgono alle sue sapienti mani se c’è da organizzare un rinfresco o una serata più impegnativa. «Oggi ad esempio – racconta trafelato lo chef mentre impartisce direttive – sto lavorando per una cena di gala per l’ambasciata israeliana e nel menù per dodici persone non mancheranno certo i prodotti isolani». Marco non è nuovo a imprese di questo genere: aveva appena 22 anni quando inaugurò il suo primo locale, il ristorante del Tennis club di Perugia, tenuto a battesimo, manco a dirlo, con una delle eccellenze enologiche sarde il vermentino di Gallura “Funtanaliras”.
Questo primo traguardo arriva dopo la proverbiale gavetta. «Ho studiato all’istituto alberghiero di Brindisi, dopo il diploma – racconta – ho cominciato a girare. Prima le stagioni a Rimini, poi due intensi anni da aiuto cuoco, tre anni di cuoco e poi a Perugia il mio primo ristorante. Ho promosso la Sardegna in tutti i modi , a partire dai vini, 7 rossi e 7 bianchi più il mirto, che non mancano mai nella carta del mio ristorante. Ma chi viene trovarmi sa che ci saranno sempre anche il fiore sardo, il pane carasau, le seadas, i culurgiones,e i malloreddus». Ai prodotti tipici sardi importati dallo chef di Carbonia si è aggiunta una new entry: a Vienna è arrivata anche l’Ichnusa, la birra nazionale dei sardi. Marco Serra ha portato una ventata di freschezza nella tradizione ma non vuole sentir parlare di contaminazioni. «Mai e poi mai» dichiara lapidario lo chef che da qualche tempo si cimenta nelle lezioni con gli austriaci. Insegna come preparare l’impasto per pane e pizza e come “tirare” la pasta fresca. «Devo dire che non sono particolarmnete portati per l’arte culinaria – osserva ridendo – ma c’è sempre qualche eccezione».

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