Il consigliere regionale e presidente della commissione Bilancio sul riordino del sistema delle autonomie locali.

“Il riordino del sistema delle autonomie locali ci offre la grande occasione di aprire il capitolo della riforma della Regione partendo dalle fondamenta del sistema.  Ma ci offre anche la grande opportunità di valorizzare la potestà legislativa primaria della Regione in materia di ordinamento degli enti locali esercitando la sovranità possibile che deriva dall’art 3 comma 1 lett b dello Statuto”. E’ il commento del consigliere ogliastrino sulla spinosa e attuale questione.

Sabatini continua  “Per questo mi sento di affermare che il dibattito in corso è qualcosa di più del derby tra sud e nord della Sardegna che ci viene consegnato da una sintesi affrettata e riduttiva. E’ piuttosto il tentativo, utilizzando la sovranità che abbiamo, di definire una proposta di riordino aderente alle necessità e peculiarità della nostra terra, rispettosa della volontà dei cittadini sardi come espressa nei referendum regionali del 5 maggio 2012 e che non riattizzi velenose contrapposizioni territoriali.  Le autonomie locali sono le fondamenta del sistema istituzionale. Come le articoliamo, quali funzioni gli attribuiamo, quante risorse vi indirizziamo, è un lavoro delicato, che tocca nervi sensibili delle comunità, al quale non è estraneo il sentimento di giustizia sostanziale che non si possono fare parti uguali fra disuguali.

E nella proposta della giunta ci sono aspetti che colgono anche queste preoccupazioni emerse nel dibattito, penso all’attenzione per le zone a rischio di spopolamento e comunque svantaggiate. E’ il segno di un impegno che guarda al territorio regionale nel suo complesso che va rafforzato e sostenuto da adeguati trasferimenti di risorse.  Ma ritengo che alla Sardegna rurale nel suo complesso, che guarda caso coincide con il territorio interno, vada applicata maggiore considerazione per garantire uno sviluppo equilibrato e correggere le distorsioni.”

Una storia surreale arriva da Salerno e sta facendo rapidamente il giro del web: l’Agenzia delle Entrate ha inviato una cartella esattoriale a un bambino di appena 7 anni, chiedendo il pagamento dell’Irpef arretrata relativa al 2017. Peccato che, all’epoca, il piccolo non fosse nemmeno nato.

La vicenda, incredibile ma vera, ha immediatamente suscitato lo sconcerto dei genitori, che si sono trovati di fronte a un atto ufficiale con tanto di calcolo dell’imposta e dettagli sul presunto mancato pagamento. Non si tratta di un errore di omonimia: il nome del bambino corrisponde esattamente a quello indicato nella cartella, rendendo la situazione ancor più paradossale.

I genitori hanno annunciato di aver già predisposto il ricorso formale contro l’Agenzia delle Entrate, sottolineando l’assurdità della richiesta. «È incredibile pensare che il Fisco possa avanzare pretese economiche nei confronti di un bambino che all’epoca non era nemmeno nel mondo», hanno dichiarato, denunciando un episodio che sembra frutto di un errore amministrativo di dimensioni gigantesche.

Esperti di diritto tributario sottolineano come episodi simili, sebbene rari, possano capitare a causa di problemi nei sistemi informatici o errori di attribuzione delle posizioni fiscali. Tuttavia, casi in cui il destinatario non era ancora nato sono praticamente un unicum nella cronaca nazionale.

La vicenda ha già iniziato a circolare sui social, generando reazioni tra lo sconcerto e l’ironia: molti utenti si chiedono come sia possibile che il sistema possa generare una cartella esattoriale con dati così palesemente errati.

Resta da vedere come l’Agenzia delle Entrate gestirà la situazione, ma intanto la storia di questo piccolo salernitano rischia di entrare negli annali come uno degli episodi più bizzarri del fisco italiano.