pullman arst

Il miglioramento della linea Arst che collega Tortolì con Cagliari? Un miraggio, nonostante le centinaia di studenti universitari che lamentano disagi per la durata della tratta, per il percorso tortuoso e le condizioni precarie dei mezzi.

La protesta corale è stata accolta e amplificata dal gruppo Facebook “collegamenti diretti Cagliari – Ogliastra”, che vanta 262 membri iscritti. Il gruppo ha  permesso agli utenti di coordinarsi nel far sentire la loro voce, di riportare esperienze personali sul viaggio e di programmare incontri con le istituzioni. L’ex vicepresidente dell’azienda di trasporto, Armando Loi, nel corso dell’ incontro che si è tenuto a Lanusei a cui ha partecipato una delegazione di ragazzi, ha espresso la sua disponibilità, osservando però che la modifica delle linee è di competenza dell’Assessorato regionale ai trasporti.

Da parte sua la promessa c’è stata: si è reso disponibile a comunicare con l’amministrazione regionale al fine di far smuovere le acque. Nulla di tutto ciò però è accaduto e gli studenti si sono giocati  l’ultima carta con una richiesta di incontro al consigliere regionale del Pdl eletto in Ogliastra,  Angelo Stochino. L’esponente  ha garantito un’interrogazione in Consiglio regionale, che ad oggi non ha mai avuto luogo.

La nuova strada statale 125 continua ad essere un sogno per i passeggeri dell’Arst e la linea attuale, che secondo l’azienda deve garantire il servizio anche per il bivio di Burcei, percorre ancora il vecchio, ma purtroppo attuale tragitto. Tutto ciò  tra brusche frenate, malori dei passeggeri e tempi infiniti.  “Ai nostri occhi appare un affronto la vista del bus con direzione Burcei che già possiede diverse linee dedicate, mentre per noi il disagio è costante” è una delle tante lamentele tra i post sul social network che sembrano destinate a restare inascoltate.

Una storia surreale arriva da Salerno e sta facendo rapidamente il giro del web: l’Agenzia delle Entrate ha inviato una cartella esattoriale a un bambino di appena 7 anni, chiedendo il pagamento dell’Irpef arretrata relativa al 2017. Peccato che, all’epoca, il piccolo non fosse nemmeno nato.

La vicenda, incredibile ma vera, ha immediatamente suscitato lo sconcerto dei genitori, che si sono trovati di fronte a un atto ufficiale con tanto di calcolo dell’imposta e dettagli sul presunto mancato pagamento. Non si tratta di un errore di omonimia: il nome del bambino corrisponde esattamente a quello indicato nella cartella, rendendo la situazione ancor più paradossale.

I genitori hanno annunciato di aver già predisposto il ricorso formale contro l’Agenzia delle Entrate, sottolineando l’assurdità della richiesta. «È incredibile pensare che il Fisco possa avanzare pretese economiche nei confronti di un bambino che all’epoca non era nemmeno nel mondo», hanno dichiarato, denunciando un episodio che sembra frutto di un errore amministrativo di dimensioni gigantesche.

Esperti di diritto tributario sottolineano come episodi simili, sebbene rari, possano capitare a causa di problemi nei sistemi informatici o errori di attribuzione delle posizioni fiscali. Tuttavia, casi in cui il destinatario non era ancora nato sono praticamente un unicum nella cronaca nazionale.

La vicenda ha già iniziato a circolare sui social, generando reazioni tra lo sconcerto e l’ironia: molti utenti si chiedono come sia possibile che il sistema possa generare una cartella esattoriale con dati così palesemente errati.

Resta da vedere come l’Agenzia delle Entrate gestirà la situazione, ma intanto la storia di questo piccolo salernitano rischia di entrare negli annali come uno degli episodi più bizzarri del fisco italiano.