Dalle otto di questa mattina gli italiani sono stati chiamati al voto, per la prima volta nella storia repubblicana, durante il periodo invernale. La Sardegna dovrà eleggere 25 parlamentari: 17 deputati e 8 senatori.  L’affluenza alle urne a Tortolì si è rivelata costante durante tutta la giornata. Alle ore 19 è stata circa del 35 %,  dato che si stima possa superare il 40% entro la chiusura  dei seggi, prevista per le 22. Ci siamo recati presso le due circoscrizione tortoliesi, per raccogliere le prime impressioni. Molti elettori non hanno rivelato la propria preferenza di voto ma hanno comunque espresso molti dubbi e perplessità. In particolare i giovani, i piu colpiti da questa crisi e delusi dalla politica. Paola, studentessa ventenne, racconta: “inizialmente la mia intenzione era quella di non votare,  ma una volta dentro la cabina ho deciso di farlo, perchè votare è un nostro diritto e un nostro dovere,  se vogliamo che questo Paese cambi.”  Chiediamo un parere anche ad un gruppo di giovanissimi fuori dalla circoscrizione numero uno, che quasi in coro rispondono:  “piuttosto che Pdl o Pd,  votiamo  Movimento 5 stelle, il nostro è un voto di protesta”. Alessandra, giovane studentessa accompagnata dal padre, si è invece recata al seggio con le idee molto chiare: “ho votato il Pd perché è l’unico partito che mi ha convinto e perchè ritengo Bersani un leader serio. Non credo in Grillo, secondo me cavalca l’onda del malcontento generale, non c’è democrazia nel suo partito e non credo sia in grado di governare un paese.” Nella circoscrizione numero due, incontriamo l’Assessore Comunale ai LLPP Paolo Stochino, appena uscito dal seggio: “ho votato, naturalmente, per il mio schieramento politico, il PDL.  Sinceramente penso che in queste elezioni non vincerà nessuno,  sarà molto difficile per chi salirà al Governo, e l’ avanzata dei grillini mi spaventa; non hanno esperienza né un programma definito. Vorrei vederli al lavoro, non sapranno da dove iniziare.”

Il clima è di incertezza e di grande attesa. Pare che i tortoliesi attendano trattenendo il fiato il fatidico verdetto finale, quello che martedì sancirà il vincitore di queste elezioni. Un verdetto che tutti sperano possa cambiare le sorti dell’Italia.

Cambiano le regole per chi vola in Italia e in Europa: non è più obbligatorio mostrare il documento d’identità al momento dell’imbarco per i voli nazionali e per quelli diretti all’interno dell’area Schengen. Una semplificazione che rende l’esperienza in aeroporto più snella e veloce, equiparando il viaggio in aereo a quello in treno per quanto riguarda i controlli documentali.

La nuova procedura, già avviata in fase sperimentale, prevede che sia sufficiente la carta d’imbarco per accedere ai gate. I passeggeri dovranno comunque sottoporsi ai controlli di sicurezza (come il passaggio ai metal detector), ma senza la necessità di mostrare un documento identificativo.

Attenzione però: il documento d’identità va comunque portato con sé. Ci sono infatti situazioni in cui resta obbligatorio:

• Controlli a campione da parte delle forze dell’ordine presenti in aeroporto.
• Rientro da un altro Paese Schengen, dove le regole italiane non si applicano: al momento dell’imbarco per tornare in Italia, il documento potrebbe essere richiesto.

Perché questo cambiamento? L’obiettivo, a detta dell’Enac, è chiaro: ridurre i tempi di attesa ai gate e velocizzare le procedure d’imbarco, favorendo una gestione più efficiente dei flussi di passeggeri. Un passo in avanti verso un’esperienza di viaggio più moderna, pur mantenendo un livello di sicurezza adeguato.