“Avete un formaggio strepitoso ora si tratta di produrne molto di più, io mi impegno a commercializzarlo e a servirlo nei nostri ristoranti”. Il patron di Eataly, Oscar Farinetti, ha appena finito di mangiare nell’Hotel su Lithu di Bitti, dove
Per i pastori è giusto andare avanti col negoziato: giusto andare avanti con le trattative e con la battaglia per migliorare prezzo del latte ovicaprino e le condizioni generali dell’allevamento. Perché, come spiega all’ANSA Nenneddu Sanna, uno dei leader dell’ondata di
Sul prezzo del latte c’è l’accordo. Il tavolo convocato dal prefetto di Sassari, Giuseppe Marani, ha chiuso un’intesa che prevede 74 centesimi al litro, con l’impegno di un conguaglio a novembre in base al prezzo di mercato del pecorino romano.
Un verbale per dire che ora non si scende sotto i 72 centesimi al litro per il latte ovino. E per condividere i punti salienti dell’accordo che tutti si auspicano di firmare il prima possibile. Come riporta l’Ansa, si è chiuso
Nulla di fatto al tavolo del latte convocato a Roma dal ministro delle Politiche Agricole Gianmarco Centinaio. Assenti gli industriali che hanno delegato la loro posizione ad Assolatte. Delusione e amarezza hanno manifestato i rappresentanti dei pastori sardi presenti a
Tavolo di negoziato fra governo, industriali e pastori: oggi alle 11 e 30, presso la sede del Ministero delle Politiche agricole a Roma, si terrà l’ambito incontro per un accordo sul prezzo del latte. Si parte da 72 centesimi –
All’indomani della controproposta dei pastori dopo l’assemblea a Tramatza, non si placano gli animi. Come riporta L’Unione Sarda, gli episodi di protesta sono stati numerosi. Verso le 13 c’è stato un nuovo blocco stradale sulla 131: i manifestanti hanno sversato
Oggi si è svolta a Tramatza l’assemblea dei pastori. Come riporta La Nuova, uno dei pastori che ha presentato la controproposta degli allevatori approvata poi dall’assemblea, Gianuario Falchi, ha spiegato che sotto gli 80 centesimi non si può scendere. Sotto
Per ora, c’è ancora una sorta di tregua dei pastori – benché molti continuino con il blocco – ma i caseifici hanno ripreso la produzione. Non mancano gli assalti alle cisterne – si parla, in particolare, di quello delle ultime
“Non ci si vuole rendere conto del fatto che in Sardegna si sta scherzando con il fuoco e che, in caso di fallimento delle trattative, non saranno solo i pastori a rimetterci, ma l’intera economia, industria compresa, dell’Isola, nella quale