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Monumenti romani: l’Altare della Patria, scherzosamente chiamato dai Romani “macchina da scrivere” o “torta nuziale”

Roma - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della deposizione di una corona d’alloro sulla Tomba del Milite Ignoto, nella ricorrenza del 75° anniversario della Liberazione , oggi 25 aprile 2020..(Foto di Paolo Giandotti - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Monumenti romani: l’Altare della Patria, scherzosamente chiamato dai Romani “macchina da scrivere” o “torta nuziale”.

Famoso e super fotografato, il complesso del Vittoriano (il suo vero nome è Monumento Nazionale a Vittorio Emanuele II o Mole del Vittoriano) sorge, gigantesco e maestoso, in Piazza Venezia a Roma, vicino al Campidoglio e a poca distanza dal Colosseo. Viene bonariamente chiamato dai romani con l’ironica locuzione “macchina da scrivere” o in alternativa “torta nuziale”. L’imponente monumento al primo re dell’Italia unificata, domina la scenografica Piazza Venezia. Costruito a fine Ottocento in stile neoclassico e conosciuto anche come Vittoriano, è tra i simboli della patria italiana, caratterizzato da una grandiosa scalinata, terrazze, statue, colonnati in marmo bianco. Racchiude l’Altare della Patria, sormontato dalla statua della dea Roma, con la tomba del Milite Ignoto, che rappresenta tutti i caduti e dispersi in guerra. Il monumento fu edificato per celebrare la grandezza e la maestà di Roma, eletta al ruolo di legittima capitale d’Italia, rappresentando l’unità del Paese e la libertà del suo popolo.

La costruzione dell’Altare cominciò nel 1885 e finì nel 1935, anche se fu inaugurato nel 1911, in occasione delle celebrazioni del 50º anniversario dell’Unità d’Italia. Fu eretto per commemorare l’Unità d’Italia e rendere onore al primo Re d’Italia, Vittorio Emanuele II.

Il monumento è opera dell’architetto Giuseppe Sacconi. Da un punto di vista architettonico è stato pensato come un moderno foro, su tre livelli collegati da scalinate e sovrastati da un portico con un colonnato.

Idealmente e artisticamente è incentrato sul Risorgimento, il complesso processo di unità nazionale e liberazione dalla dominazione straniera portato a compimento sotto il regno di Vittorio Emanuele II di Savoia, cui il monumento è dedicato: per tale motivo il Vittoriano è considerato uno dei simboli patri italiani. Il Vittoriano racchiude l’Altare della Patria, dapprima un’ara della dea Roma e poi, dal 1921, anche sacello del Milite Ignoto. Poiché questo elemento è percepito come il centro emblematico dell’edificio, l’intero monumento è spesso chiamato Altare della Patria.

 

Il progetto del Vittoriano si ispirò ai grandi santuari ellenistici, come l’Altare di Zeus a Pergamo e il Santuario della Fortuna Primigenia di Palestrina. Il Vittoriano fu ideato su tre livelli collegati da gradinate, con spazi riservati al passeggio dei visitatori.

Sulla sua sommità si trova un maestoso portico caratterizzato da un lungo colonnato e da due imponenti propilei, uno dedicato all’unità della patria e l’altro alla libertà dei cittadini, concetti metaforicamente legati inizialmente alla figura di Vittorio Emanuele II, per poi diventare uno dei simboli della nuova Italia.

Come detto, dopo la prima guerra mondiale l’Altare della Patria fu scelto per ospitare la tomba del Milite Ignoto, un soldato italiano morto durante il primo conflitto mondiale la cui identità resta sconosciuta a causa delle gravi ferite che resero irriconoscibile il corpo. Rappresenta tutti i militari italiani che morirono durante le guerre.

 

Per erigere il Vittoriano fu necessario, tra gli ultimi mesi del 1884 e il 1899, procedere a numerosi espropri e a estese demolizioni degli edifici che si trovavano nell’area del cantiere.

Una fiamma arde incessantemente ed è custodita da guardie d’onore. Le due sentinelle, pur essendo a pochi metri di distanza, non riescono mai a vedersi.

Come riporta il sito del Ministero della Difesa, le due iscrizioni Patriae Unitati e Civium Libertati sono scolpite sui propilei che sorreggono due quadrighe bronzee, l’Unità di Carlo Fontana, e la Libertà’ di Paolo Bartolini, che stagliano verso il cielo cielo le Vittorie alate.
Addossato al Colle Capitolino, il Monumento si muove in salita attraverso un’ampia scala, delimitata ai lati dalle fontane del Tirreno e dell’Adriatico, opere rispettivamente di Pietro Canonica e di Emilio Quadrelli, per poi allargarsi davanti all’Altare della Patria. Due rampe ascendenti portano all’imponente statua equestre in bronzo dorato di Vittorio Emanuele II, affidata ad Enrico Chiaradia già nel 1889 e completata da Emilio Gallori, che poggia su un basamento con le statue delle città italiane più illustri scolpite dal Maccagnini.

A sovrastare il tutto, il magnifico portico a esedra, con le colonne alte 15 metri, arricchito di decorazioni, dalle statue delle Regioni e dai busti di italiani famosi sotto un soffitto sorprendentemente cromatico.

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