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Incontri nella Metropolitana di Roma: Raffaele Di Palo, poetico cantautore itinerante

Incontri nella Metropolitana di Roma: Raffaele Di Palo, poetico cantautore itinerante.

Articolo di Rita Chessa.

 

Viaggiare nella metropolitana di Roma ti permette di incrociare, sfiorare, migliaia di storie e vite. Raffaele Di Palo è un cantautore che nei suoi testi, interpretati tra una fermata e l’altra, ti racconta di Giulio Regeni, degli ultimi, di ritagli di vita ordinaria e straordinaria. Gentile, affabile, dona fette di poesia a chi arriva ad incontrarlo per caso e giunge allo sguardo longanime di chi non si ferma ad osservare la superficie.

“Treno per Rebibbia prossima fermata Tiburtina” gracchia la voce registrata, mentre persone tra persone, artisti di strada, elemosinanti, schiene curve su cellulari e tablet, compiono il proprio tragitto ed ognuno avrebbe un racconto da condividere. La maggior parte ha uno sguardo assente: è il fenomeno di alienazione della folla che riduce ad una fotografia sbiadita i percorsi in treno e che non ricorderemo più una volta varcata la soglia delle porte automatiche.

 

 “Qua soffia un vento, come d’uragano, dal buio mortale, violento del Cairo, strade lambite da urla che invano sgorgano sangue in un funesto coro. Giulio resiste alle vili torture di mostri umani nelle stanze del potere, Giulio non parla, tiene serrati i nomi, e in quell’eroico silenzio effonde lumi. Vi riconosco, mostri della terra, che avvelenate l’aria dove state, dove pietà si estingue nella guerra, nella violenza che voi rappresentate. Verrà quel giorno che pagherete tutto, ma non c’è un prezzo per quel che avete fatto e il vento impavido ci soffierà vicino quella speranza d’un fulgido mattino. Giulio resiste alle vili torture di mostri umani nelle stanze del potere, Giulio non parla, tiene serrati i nomi, e in quell’eroico silenzio effonde lumi, e in quell’eroico silenzio effonde lumi, e in quell’eroico silenzio effonde lumi” sono le parole scritte ed interpretate da Raffaele che, con chitarra e voce offre ai viaggiatori l’occasione per riflettere sulla storia del giovane dottorando ucciso in Egitto.

La tipica frenesia che caratterizza questi percorsi sembra essersi improvvisamente sospesa.

Difficilmente gli artisti che si esibiscono tra i vagoni riescono a catturare l’attenzione ed a strappare un applauso. Raffaele l’ha fatto e, giunti a Rebibbia, raccoglie un po’ di monete, saluta, fa un piccolo inchino ed esce. Ripeterà la sua performance poetica per i prossimi fortunati astanti.
Tornati a casa, scopriamo che è piuttosto seguito anche su Youtube. Qualcuno lascia un messaggio sotto i suoi video: musica e anima buona! Hai sollevato il mio umore alla fine di una monotona giornata universitaria, ti ringrazio.

 

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