Australia, per la prima volta dopo 3mila anni nascono 7 cuccioli di diavolo della Tasmania
Sette diavoli della Tasmania sono nati in Australia per la prima volta dopo quasi 3000 anni. La nascita dei cuccioli al santuario di Barrington Tops è stata annunciata martedì dalle associazioni di beneficenza per la fauna selvatica WildArk, Aussie Ark
Sette diavoli della Tasmania sono nati in Australia per la prima volta dopo quasi 3000 anni. La nascita dei cuccioli al santuario di Barrington Tops è stata annunciata martedì dalle associazioni di beneficenza per la fauna selvatica WildArk, Aussie Ark e Global Wildlife Conservation.
Tim Faulkner, presidente di Aussie Ark, che mira a salvare l’iconico marsupiale dall’estinzione, ha salutato le nascite come una «pietra miliare«. Sono solo circa 25 mila i diavoli rimasti allo stato brado in Tasmania dopo che la sua popolazione è stata decimata dalle malattie. I diavoli erano originari dell’Australia continentale, ma furono cacciati fino all’estinzione sulla terraferma dai dingo quasi 3000 anni fa. Alla fine del 2020, 26 esemplari, tra cui sette femmine, sono stati rilasciati nel santuario dell’Australia sudorientale come parte di un programma per reintrodurre l’animale in natura sulla terraferma.
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Quiz: riconoscete questo ponte? Ha più di 2000 anni. Eccone storie e leggende
Sapreste dire che ponte è questo? È quello più antico di Roma... ha, infatti, più di 2000 anni di storia e una leggenda un po’ raccapricciante alle spalle. Eccola spiegata!
Il ponte più antico di Roma è anche il più amato. Il suo stile, tanto antico quando originale, è ancora nella sua composizione originaria. Decisamente uno dei ponti meglio conservati della città eterna. La sua collocazione si trova sulla mistica Isola Tiberina, luogo romantico, storico e dalle mille vite.
Il ponte risale addirittura al lontanissimo 62 a.C. , costruito dapprima con una struttura lignea, e poi in pietra e mattoni. Il ponte non collega le due sponde del fiume Tevere, ma mette in solida comunicazione l’Isola Tiberina con la sponda sinistra della città; quella del lungotevere Dei Cenci. Questo ponte è sicuramente il miglior esempio della capacità degli antichi di costruire cose durature. È lungo ben 60 metri in lunghezza 5 e mezzo in larghezza. È infatti utilizzato anche per il trasporto di vetture con beni di necessità.
Il ponte è da sempre formato da due arcate, con una altezza di venticinque metri (vietato fare tuffi!), poggiate su un pilone mediano. È alle estremità che il ponte s’interra: qui si trovano due archi, ciascuno di tre metri e mezzo. Oggi però questi archi sono interrati e nascosti, perché il ponte è internamente costruito in pietra e i moderni ingegneri non vogliono di certo sfidare la sorte e la legge di gravità ponendo all’aria aperta delle pietra plurimillenarie. La parte costituita da mattoni è invece più recente: risale a un restauro durato per più di venti anni durante il XVII Secolo.
Il costruttore, da cui il ponte prende il nome, ha personalmente curato le strade di Roma nel 60 a.C. e ha inciso quattro iscrizioni sulle arcate del ponte, come testimonianza del lavoro da lui svolto. Saranno poi i consoli romani Marco Lollio e Quinto Lepido nel 23 a.C. a restaurare il ponte il più parti: è infatti storica la piena del Tevere di quegli anni. Né Lollio né Lepido si sarebbero mai permessi di rifare completamente l’opera dell’originario costruttore, si limitarono a rimaneggiare le parti del ponte danneggiate dalla piena del fiume e a incidere una minuscola iscrizione ai lati delle arcate che certificasse i lavori svolti e desse loro un motivo per essere ricordati dalle generazioni future.
In epoche più antiche c’era chi chiamava questo ponte “dei Quattro Capi”. Questo ci riporta a una curiosa leggenda popolare legata proprio alle origini del nome. La leggenda nasce dal fatto che gli architetti incaricati da Papa Sisto V nel XVI secolo di restaurare il ponte fossero quattro, e avevano idee e stili molto diversi. Questo li portò a discutere, litigare e azzuffarsi a più riprese circa l’opera di restauro. La profonda discordia e l’inimicizia dei quattro architetti fece arrabbiare non poco Papa Sisto V, perché oltre a veder tardati i lavori di ristrutturazione, rischiava anche di rimetterci la faccia e l’onore, siccome li aveva assoldati lui per rifare il ponte. Per questo, una volta terminato l’operato, li fece decapitare proprio sul ponte che avevano appena finito. I romani e in particolar modo i papi sono sempre stati famosi per non avere molte mezze misure. La leggenda, ad ogni modo, è solo una leggenda. Eppure quei volti presenti sul ponte a coppie di due sembrano indicare che anche nelle storie popolari c’è del vero…chi lo sa!
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