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Lo sapevate? Via Veneto negli anni Sessanta era il simbolo della Dolce Vita romana

Lo sapevate? Via Veneto negli anni Sessanta era il simbolo della Dolce Vita romana.

La centralissima Via Veneto, tra piazza Barberini e Porta Pinciana, deve la sua fama cinematografica a Fellini e a La Dolce Vita (che però fu girato a Cinecittà). Tra i bar di questa via si aggiravano le celebrità e i paparazzi a caccia di scoop fotografici.

Via Vittorio Veneto, comunemente chiamata via Veneto, è una strada del centro storico di Roma nel rione Ludovisi. Nel suo tratto iniziale, separa questo rione da quello di Colonna.

Deve la sua fama soprattutto per essere stata al centro del periodo della Dolce Vita, grazie alla presenza di numerosi caffè (ad esempio l’Harry’s Bar) ed alberghi frequentati da attori, cantanti e altre celebrità, oltre che giornalisti e fotografi (o paparazzi). La sua fama venne sancita definitivamente attraverso il film di Federico Fellini La dolce vita, che tuttavia ricostruì la strada negli studi di Cinecittà.

Con il termine dolce vita ci si riferisce al periodo storico dell’Italia repubblicana compreso tra la fine degli anni cinquanta e l’inizio degli anni sessanta, e, in modo particolare, alle tendenze emerse in quel periodo nella città di Roma, vera e propria capitale della “dolce vita”.

Nei tardi anni cinquanta, Roma è una città viva, ripresasi dalle sofferenze della Seconda guerra mondiale. Sono gli anni del boom economico, esplode la voglia di vivere e di godersi la bellezza, il clima e i divertimenti di una delle città più belle del mondo.

Si fa coincidere l’inizio della Dolce vita con un evento, la festa privata tenutasi al ristorante Rugantino di Trastevere il 5 novembre del 1958 per il ventiquattresimo compleanno della contessina Olghina di Robilant.

Nel corso della festa la ballerina turco-armena Aïché Nana improvvisò un inatteso spogliarello che venne ripreso dai fotografi ‘imbucatisi’ alla festa. Alcuni rullini che la ritraevano seminuda sfuggirono ai controlli e le foto, pubblicate dal settimanale l’Espresso, destarono un enorme scandalo.

Icone di quella Roma furono soprattutto i fotografi scandalistici che, dopo l’uscita del film di Federico Fellini La dolce vita, dal soprannome di uno dei fotografi saranno da allora in poi chiamati paparazzi.

 

Non mancava neppure un notevole fermento culturale: ai tavolini dei bar di Piazza del Popolo discutevano intellettuali come Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Alberto Arbasino, Nanni Balestrini e Umberto Eco, giornalisti come Ennio Flaiano, Vittorio Veltroni e Lello Bersani, artisti come Mario Schifano. L’ambiente intellettuale non disdegnava la mondanità: alle feste e alle mostre, nei salotti e nelle terrazze così come in locali come il Piper i diversi mondi si incontrano e si mescolano.

Fulcro della Dolce vita fu via Veneto che, per la presenza degli hotel più lussuosi e dei locali aperti fino all’alba, divenne il punto di raccolta di tutti i nottambuli.

La parola “dolce vita” ha poi continuato a evocare uno stile di vita spensierato e dedito ai piaceri mondani.

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