(FOTO) Cosa ci fanno tre grosse sfere di cemento accanto a un nuraghe? L’opera misteriosa visitabile in Sardegna
Le sfere fanno parte di un concorso artistico lanciato in quegli anni dal Comune di Ozieri e vinto proprio dall'artista toscano scomparso nel 2018.
Il fotografo Paolo Lobina, nostro lettore, ci porta alla scoperta di un luogo unico in Sardegna.
Siamo nelle campagne di Ozieri, nel cuore dell’antico Logudoro, in località Nuraghe Burghidu, lungo la ss 127. Accanto alla costruzione megalitica che dà il nome alla località, risalente al 1500 a.C., è possibile ammirare tre grosse sfere di cemento adagiate sul terreno.
Sembrano quasi cadute dal cielo, come meteoriti di perfetta forma sferica, ma sono ovviamente opera dell’uomo. Opere decisamente più recenti del nuraghe, sistemate in questo luogo nel 1995 dall’artista Mauro Staccioli.
Le sfere fanno parte di una rassegna di scultura contemporanea denominata “La Pietra e il Ferro” promossa dal Comune di Ozieri. L’artista toscano scomparso nel 2018 vi partecipò entusiasta.
“Feci questa installazione nella campagna, tuttora esistente, di tre sfere – spiegò l’artista sul suo sito -. Per me ha contato il rapporto con quel paesaggio fortemente caratterizzato dalla presenza delle Domus de Jana (che sono tombe di età preistorica) e la presenza del nuraghe, cioè tracce storiche potenti, che danno a quel luogo una connotazione fortissima. A quel punto, è stata una sorta di riflessione proprio sul nostro rapporto con il tempo e con la storia, con le tracce umane: osservando le aperture delle Domus de Jana avevo l’immagine di terribili silenzi parlanti, queste buche nere che vedevo da lontano le percepivo proprio come degli eventi parlanti con il loro silenzio antico. Allo stesso modo, le cornacchie che giravano sul nuraghe o che mi giravano attorno quando sono riuscito ad arrampicarmi sul nuraghe e a guardare il paesaggio intorno: sentivo il rumore del vento che mi sfiorava le orecchie e guardavo questo paesaggio antico e riflettevo sul senso che poteva avere un mio segno in una contestualità di questo genere, che tra l’altro avevo scelto. Avevo scelto quello spazio rispetto a quello che mi era stato proposto, più ‘urbano’, della cittadina che sta a una decina di chilometri di distanza: invece di lavorare dentro la città, ho scelto questo spazio esterno laddove esistono tracce di passaggi umani. Però, vicino al nuraghe e alle Domus de Jana, la strada asfaltata con la condotta elettrica e la linea telefonica sono un segno altrettanto tangibile della contemporaneità, di quello che viviamo oggi. La decisione è andata su una sorta di segnalazione e di percezione del nostro mondo come un mondo di costante confine”.
Negli stessi anni l’artista diede vita ad altre installazioni artistiche, molte delle quali a Tortolì, in Ogliastra. Tre sfere furono esposte al porto di Arbatax e sono oggi visitabili al museo “Su Logu de s’iscultura”.
Le foto sono state pubblicate da Paolo Lobina sulla sua pagina Facebook.
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