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Loceri, la leggenda dei giganti di porfido e del pane che si trasformò in pietra

Immagine di repertorio

Marincani era una contadina che viveva vicino al monte Tarè, con il marito Perdu Coita, un burbero pastore del posto, poco incline alla socializzazione. Un giorno si accorsero di non avere più pane e Maria decise di recarsi a cercarlo nel villaggio vicino, barattandolo con il formaggio delle loro pecore, come si usava fare.

Era mezzogiorno quando si trovò di ritorno alla capanna, faticando con la cesta del pane sulla testa. Gli si fece incontro un bambino che gentilmente le chiese qualcosa da mangiare. Maria, che aveva fama di donna avara e senza cuore, non si smentì neppure questa volta e gli disse, sgarbata: “Se proprio hai fame, raccogli qualche sasso e mangialo”.

Il bambino, triste e sconsolato, si mise a piangere ma Maria, senza farsi intenerire, proseguì il suo cammino. Quando la vide arrivare, Perdu l’aiutò a tirare giù la cesta e grande fu la sorpresa nel vedere che non conteneva pane ma sassi. E non fecero in tempo a manifestare il loro stupore che anche loro vennero tramutati in due statue di pietra.

Sono quelle che possiamo trovare là dove accadde il fatto, sulla parte sud orientale di Tarè, visibili a tutti coloro che percorrono la vecchia strada che da Loceri porta a Lanusei, come racconta in “Ogliastra, paesi e leggende” la bravissima Fidalma Mameli

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