Lampioni spenti a Ilbono, l’opposizione contesta la decisione: “Risparmio solo sulla carta”
Nota polemica del consigliere di opposizione del Comune di Ilbono Rocco Cerina, dopo la decisione del sindaco Giampietro Murru di spegnere temporaneamente 70 lampioni per far fronte allo spropositato caro bollette di questi mesi.
«Ci siamo presi qualche giorno di tempo prima di commentare una scelta amministrativa che già a prima vista pareva essere miope e piuttosto mera propaganda elettorale. Nella delibera in cui si prevede lo spegnimento di una parte dell’illuminazione pubblica si parla di un grande risparmio per le casse comunali, risparmio che resta solo e soltanto sulla carta perché basata unicamente su previsioni anacronistiche. Se è vero che c’è un aumento smisurato del costo dell’energia è anche vero che le previsioni che vengono citate solo del tutto avulse dal contesto. Innanzitutto perché le previsioni si riferiscono al fatto che i lampioni rimangano accesi per un periodo maggiore rispetto a quello per il quale oggi vengono effettivamente resi operativi poiché in vigore l’ora legale. In seconda istanza i lampioni effettivamente spenti sono poco più 50 perché le prime lamentele da parte di cittadini e commercianti hanno indotto l’amministrazione a ripristinare alcuni punti luce».
A dirlo in una nota è il consigliere di opposizione del Comune di Ilbono Rocco Cerina, dopo la decisione del sindaco Giampietro Murru di spegnere temporaneamente 70 lampioni per far fronte allo spropositato caro bollette di questi mesi.
«Per poter spegnere i lampioni si è dovuto dare un incarico (ovviamente) ad un’impresa per circa 1000 euro, si è dovrà installare la segnaletica stradale al fine di far presente che la zona sarà poco illuminata, ci vorranno altri 1000 euro? Chissà… Il risparmio mensile stimato, dati alla mano, è di circa 700€ conseguenza per la quale si potrebbe addivenire ad un risultato negativo, con effetti diametralmente opposti a quelli prospettati – prosegue Cerina parlando a nome dell’opposizione -. C’è un altro aspetto da considerare. Le distanze tra un lampione e l’altro sono dettate da uno studio tecnico di riferimento che tiene conto dell’illuminazione del suolo pubblico e della sicurezza nelle strade, circostanza che viene totalmente sottovalutata e disattesa dall’amministrazione.
Nonostante un pubblico servizio venga parzialmente interrotto i cittadini continueranno a pagare comunque la vecchia TASI (tassa sui servizi indivisibili) e la pagheranno per un servizio che non sarà erogato».
«C’è di più – conclude la nota dell’opposizione – ci si è sbilanciati ad affermare che esista un nuovo progetto col quale vengono previsti dei nuovi impianti a led, ma da quanto ci risulta e dalle delibere pubblicate non esiste né un incarico né tanto meno un nuovo studio illuminotecnico. Tanto è vero che nel parere dell’ufficio tecnico l’ingegnere richiede alla giunta che venga prevista, quanto prima, la sostituzione delle lampade a led per la quale è necessario un nuovo studio. Ma un altro fatto tengo a precisare, non di poco conto. Il nostro Comune non ha alcun problema finanziario, anzi, presenta un avanzo consistente dettato dal fatto che le risorse non sono state spese. Il vero problema è che ad oggi l’amministrazione non è stata in grado di approvare e portare in consiglio comunale l’approvazione del bilancio, questo porta la stessa amministrazione a non poter spendere risorse che ci sono e sono pure consistenti».
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