Oggi parliamo della Donnola Sarda (Mustela Nivalis Boccamela): sarebbe stata introdotta in tempi antichi dall’uomo e si distingue per le dimensioni maggiori rispetto alla specie che vive nel resto d’Europa.

Animale dotato di un aspetto elegante, ha un corpo slanciato con una piccola testa, il muso sottile, occhi grandi e orecchie tondeggianti. Ben distinti il collo e il tronco rispetto alla testa, possiede una lunga coda.

La pelliccia è marrone scuro ad eccezione del ventre di colore bianco, le zampe sono corte e dotate di unghie affilate.

La donnola è il carnivoro più piccolo presente sulla Terra, un formidabile predatore che si ciba sia di piccoli roditori, anfibi, rettili, insetti e piccoli uccelli, che di animali più grandi come lepri, conigli e pollame.

Ha una vista eccezionale, un olfatto sviluppato e un udito sensibilissimo, doti che ne esaltano l’istinto predatorio. Quando la donnola riesce ad entrare all’interno di un pollaio fa strage di animali creando molti danni al malcapitato allevatore.

La donnola è un animale solitario, predilige le ore notturne per cacciare, tende a riunirsi in gruppo solo durante il periodo riproduttivo.

È un animale molto territoriale, utilizza un secreto prodotto dalle ghiandole perianali per delimitare il suo territorio – il maschio si accaparra solitamente di uno spazio più ampio di quello della femmina.

La gestazione della specie dura tra le 5-7 settimane, dopo la quale nascono dai 3 ai 7 piccoli, allevati dalla madre che gli protegge e allatta fino alle 7 settimane in rifugi nascosti e sicuri.

Sempre la femmina insegna ai piccoli a procacciare il cibo, e una volta in grado di alimentarsi in maniera autonoma li lascia vivere da soli.

Vive in tutte le zone della Sardegna, dalle montagne alle pianure, nelle zone boscose e in quelle antropizzate.

Non è una specie in via di estinzione, alcune volte viene confusa con la martora, che risulta assai più grande e differente nell’aspetto.

Il nome sardo della donnola è differente nelle varie zone: jana’ e muru, annaemèle, bucamèli, tana ‘e muru.

Nei giorni scorsi, piogge da record hanno devastato le campagne di Jerzu, domani il comune della Valle del Pardu è pronto a dichiarare lo stato di calamità naturale.

Si legge in una nota ufficiale dell’Amministrazione: “I dati ufficiali testimoniano che sul territorio comunale di Jerzu e specificatamente sul Pelau, ma non solo, nella serata di venerdì 12 novembre,​ si sono registrate​ precipitazioni per
171.8 mm in 5 ore.

Un quantitativo abnorme che ha lasciato il segno. Per tutta la giornata successiva i mezzi e gli uomini del Comune di Jerzu hanno lavorato al fine di liberare dal fango e dai detriti le strade comunali e vicinali.

Per avere un senso della proporzione si consideri che le sconvolgenti immagini dell’evento alluvionale della giornata di ieri (domenica mattina) su Cagliari sono il frutto di 104 mm di precipitazioni in 4 ore.

La Giunta Comunale nella seduta di domani, 16 novembre 2021, dichiarerà​ lo stato di calamità naturale sul territorio del comune di Jerzu e ne richiederà alla Regione Autonoma della Sardegna il conseguente riconoscimento unitamente alla concessione degli aiuti economici in favore degli agricoltori.

C’è forte preoccupazione, infatti, per i danni subiti dagli imprenditori agricoli, in particolare viticoltori, sui cui fondi si sono aperte delle autentiche voragini.

Gli interessati denuncino i danni subiti entro e non oltre la giornata di lunedì 22 novembre 2021 presentando l’apposito modulo seguendo le info nel sito ufficiale del Comune di Jerzu”.