Da oggi inizia ufficialmente la fase tre, con tutta la prudenza del caso si potranno riprendere le nostre abitudini e tornare lentamente a una vita “normale”. Ne parliamo con Michele Muggianu, a capo della Cisl ogliastrina.
«In questi mesi abbiamo elaborato, come Cisl territoriale, un documento di sintesi delle principali criticità e delle possibili soluzioni agli atavici problemi ogliastrini, da portare successivamente all’attenzione dei nostri organismi e poi degli esecutivi unitari territoriali di Cgil, Cisl e Uil, in vista di un confronto con la Giunta regionale – spiega Muggianu – L’azione sindacale unitaria è necessaria e deve mirare a fare il punto sullo stato dell’economia, della società e delle istituzioni di questo territorio, proponendosi di incidere sulle scelte che s’intendono mettere in campo, e soprattutto attuare, nei prossimi anni.
I dati riferiti ai tassi di occupazione e di disoccupazione, allo spopolamento dei centri dell’interno al quale si accompagna la mancata crescita demografica dei centri costieri, alla ripresa dell’emigrazione, al livello di istruzione ( preoccupante il dato sull’abbandono scolastico ), alla sanità ( in gravissima difficoltà sia quella ospedaliera che la medicina del territorio ), ai rischi sulla permanenza dei presidi dello Stato, al futuro assetto istituzionale del territorio, ai bisogni delle famiglie, richiedono interventi urgenti e non più procrastinabili. I dati analizzati dalla Commissione Europea e relativi all’ultimo triennio vedono la Sardegna ( e all’interno dell’ Isola la posizione del nostro territorio è ancora più critica e marginale ) come una terra sempre più lenta, dove le istituzioni pubbliche non brillano per affidabilità e imparzialità, dove solo un giovane su quattro è laureato, un prodotto interno lordo più vicino alle regioni dell’est europeo che al resto d’Italia – afferma il segretario della Cisl Ogliastra -. L’indice di competitività che la Commissione europea ha assegnato a ogni territorio della UE dice che l’Isola è al 234° posto su 268°, e rispetto all’ultima graduatoria è scesa di sei gradini. Siamo abbondantemente sotto la media europea in quasi tutti i campi, dicono le statistiche elaborate secondo gli indicatori di Bruxelles».
«Uno dei dati più allarmanti che vogliamo evidenziare riguarda il giudizio delle nostre Istituzioni: l’UE prende in considerazione la qualità, la responsabilità e la trasparenza degli amministratori locali, oltre al tasso di corruzione e all’imparzialità. Rispetto alle altre Regioni simili alla nostra siamo molto indietro, c o sì c o m e sia m o molto indietro nel settore delle infrastrutture ( gli studiosi incaricati dalla Commissione hanno preso in considerazione lo stato della rete stradale, le condizioni delle linee ferroviarie, il numero dei voli a disposizione di ogni cittadino ). Su tutti questi temi siamo puntualmente bocciati. Poi c’è la stabilità dell’economia, giudicata sulla base dell’indebitamento , degli investimenti e dei risparmi. Il PIl sardo pro capite è fermo a 20.100 euro, ovvero il 69% della media europea ( ecco perché tra il 2021 e 2027 riceveremo più soldi dal Fondo di sviluppo. La situazione nelle altre isole è ben diversa, a parte i casi di Cipro e Malta, difficili da comparare con la Sardegna. Anche Corsica, Baleari e Canarie fanno decisamente meglio di noi. Altro dato che fa paura è quello relativo al grado di istruzione della popolazione sarda, in particolare dei giovani. Il nostro tasso di laureati supera di poco il 23 % ( fascia di età 30 – 34 anni ) , siamo al diciassettesimo posto tra le regioni italiane e tra gli ultimi in Europa. Siamo però in testa se si parla di abbandoni scolastici : un ragazzo su tre lascia il percorso di studi prima della fine. Per quanto riguarda la qualità, quella ci viene ricordata ogni anno quando vengono diffusi i risultati dei test Invalsi.
I numeri fanno paura, oltre il 30% dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni abbandona la scuola prima o durante le superiori, ma se guardiamo i dati comune per comune, scopriamo che ci sono e normi differenze territoriali e che c’è una correlazione evidente tra la mancanza di istituti nei propri paesi o in quelli vicini e l’abbandono scolastico.
Da evidenziare come ulteriore e non secondario problema la questione ormai cronica dello spopolamento delle aree interne e dei comuni demograficamente minori; certamente non risolvibile con soluzioni estemporanee, ma con il miglioramento dei servizi primari, con specifici programmi e interventi a favore dell’agricoltura e dell’allevamento, del turismo, della piccola e media industria, con nuove misure e strumenti a favore del lavoro dei giovani, sostenendone la permanenza con incentivi per le loro abitazioni, e valorizzando e rivitalizzando le comunità sul versante dei beni ambientali e culturali.
Dare maggiore competitività al sistema economico e produttivo regionale deve essere il primo obbiettivo, in un quadro di migliore e diffusa crescita sociale e dei territori.
Siamo preoccupati perché non vediamo politiche lungimiranti di programmazione dello sviluppo (contenuti, tempi e modalità attuativa, efficienza ed efficacia degli interventi, ruolo della burocrazia), le riforme istituzionali e in primo luogo della Regione non sono all’orizzonte , latitano anche le politiche delle risorse umane, della formazione e dell’istruzione, le politiche di settore e territoriali (socio – assistenziale – sanitario, ambiente e territorio, edilizia e costruzioni, mercato del lavoro e inclusione sociale, beni culturali e identitari, agricoltura e allevamento, pubblica amministrazione, servizi primari, sviluppo aree interne, questione urbana, aree costiere).
Insomma, non ci pare che il legislatore regionale abbia una chiara visione del futuro.
Noi crediamo che occorra dare un orizzonte ideale alla nostra Regione e alla nostra Ogliastra.
E’ necessario esaminare congiuntamente e portare a soluzione i problemi riguardanti il Consorzio Industriale ( da cui dipendono direttamente le sorti del porto e dell’aeroporto ), la destinazione delle aree ex Cartiera ( da affrontare il nodo del passaggio delle aree dal demanio regionale a quello comunale ), la viabilità ( S.S.125 e S.P.27, progettazione trasversale sarda e servizi a rete), il piano di rilancio dell’Ogliastra ( ritardi nell’attuazione non giustificabili ) e della decisa e determinata richiesta di conferma di tutti i presidi dello Stato e della Regione.
Sarà quindi urgente avviare quanto prima un tavolo di confronto con il Presidente della Giunta Regionale.
L’obbiettivo del tavolo dovrà essere quello di sottoscrivere un protocollo d’intesa che contenga un programma per l’Ogliastra da portare avanti nei prossimi quattro anni di legislatura. Il protocollo deve vedere protagoniste le istituzioni territoriali, le organizzazioni sindacali e la Giunta Regionale – conclude Muggianu – Non è più rinviabile un progetto serio e credibile per il futuro del nostro territorio».
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