È arrivato! Il tortoliese Maurizio Cheri, dopo 900 chilometri percorsi a piedi in un mese, giunge a Santiago de Compostela
«Ho incontrato persone, affrontato intemperie, scalato montagne, attraversato la storia, confrontato con un credo. Ho messo alla prova il mio fisico e la mia forza di volontà. Alla fine, il mare. Un profondo senso di leggerezza, un'indescrivibile sensazione di libertà. Non un arrivo ma una nuova partenza».
Lo abbiamo seguito sui social tappa per tappa, chilometro per chilometro e finalmente possiamo dire di averlo visto giungere a destinazione. Il 41enne imprenditore turistico Maurizio Cheri è arrivato a Santiago De Compostela il 26 febbraio, dopo 30 giorni di cammino e circa 900 km percorsi. Stanco e dolorante ma immensamente felice.
«Mentre mi avvicinavo alla fine del cammino, ho ripercorso tutto il viaggio con la mente ed è stato davvero toccante. Durante gli ultimi chilometri, alla vista della meta, ho provato emozioni molto forti, ho rivissuto tutti i momenti di questo percorso, gioie e dolori, aspettative e delusioni, e mi sono lasciato andare ad un lungo pianto liberatorio. Ma non sono mai stato così bene – racconta Maurizio – Anche l’arrivo in cattedrale è stato un momento emozionante, ho voluto rendere partecipi di quel momento i miei genitori con una videochiamata, e ringraziarli per tutto quello che hanno fatto per me, perché se sono arrivato li è soprattutto merito loro! Ospite di Laura, una pellegrina come me che vive a Santiago, ho preso un giorno di riposo per incontrare nuovamente alcuni compagni di viaggio, ritirare la compostela, partecipare alla messa del Pellegrino e visitare la città. Purtroppo la cattedrale è in fase di ristrutturazione e non abbiamo potuto visitarla, ma tutto ha un perché. Potrebbe significare che lo farò un’altra volta».
Il viaggio di Maurizio Cheri però non è finito. Ieri ha raggiunto un ulteriore traguardo: arrivare fino all’oceano Atlantico. «Sto scrivendo da Muxia, dove sorge il santuario della Virxe da Barca di fronte ad un celebre luogo di culto megalitico, dove si trova anche la famosa Pedra de Abalar, che i pellegrini fanno oscillare in cerca del suo punto di equilibrio – racconta il pellegrino tortoliese – Anche vedere l’oceano è stato un momento molto emozionante per me, e le prime sensazioni che ho avuto sono state di pace e di profonda libertà».
Oggi il programma del giovane tortoliese prevede di arrivare a Finisterre, percorrendo circa 35 km nonostante una terribile tempesta di vento. A Finisterre troverà la pietra che indica il Chilometro Zero, il punto esatto in cui gli antichi credevano finisse la terra.
«Un percorso, fisico e mentale, che offre risposte a qualsiasi domanda, consiglio a tutti di vivere questa esperienza. Ognuno saprà perchè farla, ognuno saprà che domande rivolgersi. Ho incontrato persone, affrontato intemperie, scalato montagne, attraversato la storia, confrontato con un credo. Ho messo alla prova il mio fisico e la mia forza di volontà. Alla fine, il mare. Un profondo senso di leggerezza, un’indescrivibile sensazione di libertà. Non un arrivo ma una nuova partenza».
«Penso di camminare altri due/tre giorni e rientrare a casa per continuare a ospitare tanta gente nel mio B&B, dopo essere stato ospitato – conclude Maurizio – Ma non ho ancora fatto il biglietto di ritorno, tutto può succedere. Hasta luego e buen camino!».
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