Serie D. Pari a reti bianche (0-0) per il Lanusei nella trasferta contro il Budoni dell’ex Hervatin. Pareggio che è costato la panchina all’ex tecnico del Lanusei. Al suo posto Raffaele Cerbone, un ritorno per lui. Per quanto riguarda la squadra allenata da Gardini, buon punto su un campo ostico. Gara senza sussulti, condizionata anche dal maltempo. Alla fine pari giusto e punto che smuove la classifica. Ora sotto con il filotto Turris-Ostiamare-Cassino.

Promozione. Torna in vetta l’Idolo Arzana grazie alla doppietta di Bonicelli che abbatte il Villamassargia a domicilio (0-2). A Siliqua, ospiti avanti grazie alla zampata sotto misura di Bonicelli al 32’ del secondo tempo; più volte gli arzanesi sfiorano il raddoppio con Staffa e Cocco, ma è sempre Bonicelli (rigore) al 92’ a chiudere il conto. Idolo in vetta a quota 18, dietro S.Elena, Gonnosfanadiga e Cortoghiana. Umore opposto in casa tortoliese.

Al Zinnias passa anche l’Andromeda di Casula, ex tecnico del Villamar. Finisce con un rotondo 0-3 in favore degli ospiti grazie alle reti di Asunis, Anedda e Demuro. Per la squadra di Piras lo sterrato del Zinnias sta diventando tabù con quattro sconfitte e un solo pareggio. Eppure la gara era iniziata con un tiro insidioso di Anedda F. che ha sfiorato il palo alle spalle di Contu. L’Andromeda passa poco dopo con Asunis (14’), poi arriveranno le altri reti intervallate da occasioni mancate di filo rossoblù.

«Ieri, in un campo di calcio della Sardegna, l’arbitro era lei. – scrive nel posto il presidente dell’Anci- Avrà 17/18 anni. Piccola, giovanissima. Dirigeva una partita tra ragazzi di 13/14 anni. Non proprio la champions league, insomma. Ed era da sola: niente guardalinee, niente assistente d’area, niente Var. In queste partite è sempre così. Un mestiere difficile, e ingrato. Il pubblico di casa le ha detto di tutto. Di tutto. Specialmente le mamme dei ragazzi in campo. Le hanno urlato imbecille. Stupida. Incapace. Addormentata. L’hanno invitata ad andare a fare l’uncinetto. Le hanno gridato di non tornare. Lei, sorda a tutto, in mezzo al diluvio, ha continuato a fare il suo dovere e ha portato a termine il compito».
Deiana, presidente dell’Anci, assiste a una partita di calcio in un campo qualunque della Sardegna, non è importante dove, ciò che conta è il come si è svolto l’incontro che chiamare sportivo è difficile. La partita si svolge regolarmente, un buon arbitraggio, nessun episodio da contestare, le solite azioni. Quello che non è normale è quanto avviene sugli spalti dove siedono le mamme dei giocatori.

«La più fanatica di queste mamme ha insultato l’arbitro per tutta la partita – prosegue Deiana ma a un certo punto ha diretto i suoi improperi verso un’altra vittima: suo figlio. Questo ragazzo è attaccante e a un certo punto ha avuto l’occasione buona per segnare. È partito in contropiede verso la porta avversaria, il pubblico lo ha spinto nella sua corsa (dai! Corri, corri! Forza! Tira! Passa! Corri! Dai! Suuuuu! Eeeeh! Aaaah!). E la mamma più di tutti, e a voce più alta. Lo chiamava per nome. Cinque volte in cinque secondi, sempre più forte. E insomma, questo ragazzo sul più bello si è allungato la palla e il portiere lo ha fermato. Il pubblico si è disperato: Noooo! E via improperi e maledizioni. La mamma tuona: Coglione!!!!».

Non si parla di sessismo o discriminazione, che già sarebbe gravissimo, qui si va oltre, si parla della totale mancanza di senso sportivo, di capacità di motivare e di educare i giovani al rispetto, si parla di un esemplare esempio di cattivo esempio.