Ieri pomeriggio, i militari dell’Aliquota Operativa di Jerzu unitamente alla Stazione di Cagliari Pirri ed allo Squadrone eliportato Cacciatori di Sardegna hanno arrestato, in flagranza di reato, per possesso di droga ai fini di spaccio, due incensurati di Nurri, un 23enne e un 30enne, e un 59enne pregiudicato di Cagliari.

Il personale dell’Aliquota operativa di Jerzu, dopo aver avuto il dubbio che ci fosse un traffico di stupefacenti tra il sarcidano e il cagliaritano, ha dato il via la settimana scorsa ai pedinamenti. Queste operazioni hanno presto condotto a un terreno nel comune di Cagliari, loc. San Lorenzo. Da lì, sono stati avviati dei servizi di osservazione che hanno condotto all’arresto. I tre sono stati visti entrare all’interno di una centrale di pompaggio dell’acqua di proprietà pubblica. I carabinieri hanno quindi fatto irruzione all’interno del caseggiato. Hanno sorpreso due degli arrestati che si occupavano dello stoccaggio della droga mentre il terzo era fuori, di guardia. Sono stati rinvenuti, all’interno di due sacchi di iuta, 10 chili di marijuana e 50 piante alte circa due metri.

Sul posto sono sopraggiunte le pattuglie della Stazione di Cagliari Pirri per procedere con le operazioni del caso. Lo stupefacente se immesso sul mercato avrebbe avuto un rendimento di circa 300mila euro. Il raccolto, dopo gli opportuni campionamenti, è stato distrutto. Due degli arrestati, al termine delle formalità di rito, sono stati associati presso le camere di sicurezza dell’Arma in attesa del rito direttissimo previsto per oggi, mentre il terzo, per problemi di salute, è stato accompagnato presso il proprio domicilio agli arresti domiciliari.

Le intercettazioni sulla morte di Manuel Careddu rivelano particolari shock. Una corda, anche se “troppo grossa per strozzarlo”. E un piccone “da nascondere sotto la felpa”. Potrebbero essere questi alcuni oggetti utilizzati nel piano per sbarazzarsi del ragazzo. Come riporta l’Ansa, un piano progettato nei minimi dettagli per non pagare quel debito di droga di poche centinaia di euro. Alcune frasi delle intercettazioni nella vicenda del delitto del 18enne di Macomer, del quale si sta ancora cercando il corpo sulle rive del Lago Omodeo (Oristano), sono state pubblicate dai quotidiani sardi.

Spunta poi anche una pistola che sarebbe potuta servire per difesa personale o per eliminare altre persone ritenute scomode. Secondo la Nuova Sardegna, nel mirino sarebbe finita anche la madre di Manuel, Fabiola Balardi, che sta proseguendo nella sua battaglia per poter conoscere il luogo dove sono stati sepolti i resti di suo figlio.

Nel frattempo ieri il gip del Tribunale di Oristano e quello del Tribunale minorile di Cagliari hanno confermato l’arresto in carcere dei tre ventenni e dei due minorenni di Ghilarza e Abbasanta accusati di omicidio premeditato e occultamento di cadavere. I tre maggiorenni, Christian Fodde, Matteo Satta e Rinaldo Carta resteranno in carcere a Massama. Il minorenne di Ghilarza nel carcere minorile di Quartucciu, mentre la diciasettenne originaria di Macomer, ma residente ad Abbasanta, sarà trasferita in un carcere minorile della Penisola. Finora nessuna traccia del corpo del giovane Manuel.