Il Luogotenente dei Carabinieri Salvatore Basile dedica questi versi ad Annibale Simonini, presidente della Pro loco di Baunei e S. Maria ad un anno dalla sua morte. La poesia è stata postata ieri sul profilo Facebook dell’amministrazione comunale baunese.

Che dolce sera d’estate!
Guardavo il cielo:
sembrava una coperta adornata di stelle
e mi soffermavo su quelle più lucenti.
Che spettacolo di bellezza!
La luce ora era più luccicante,
ora era più flebile.
Ad un tratto, chissà perché,
mi sovvenne la nostalgia di anni trascorsi
ove giovinezza, amore sincero e immenso
erano protagoniste del mio vivere.
Ad ogni stella splendente
cominciai ad attribuire un nome.
Che strano! Così senza volerlo
ogni nome si riferiva a persone care
che hanno oltrepassato
il limite della vita terrena.
Come per magia mi accorsi
che una stella più luminosa nascondeva un volto
che, lentamente, rivelava
una fisionomia tanto cara
e sfogliando il libro della mia vita
riscoprivo le pagine quasi ingiallite.
E c’erano mani forti che mi sollevavano
e mi prendevano in braccio
e risuonavano parole d’amore
che parlavano di bellezza,
come ramo pieno di rose,
o come mare calmo al tramonto.
E sembrava di sentire
il tocco di dolci carezze
che sfioravano le mie guance.
Per qualche momento sentivo il rumore dei baci,
che labbra piene d’affetto mi donavano.
E sommersa da un’ondata d’amore immenso
rivedevo balconi infiorati
e sentivo mescolati il profumo dei fiori
e dei dolci preparati in casa.
Ritornata alla realtà e al presente,
mi accorsi che una lacrima rigava il mio viso.
Avevo per qualche attimo
rivissuto i momenti più felici della mia esistenza,
e rivisto un volto che per l’eternità mi sarà sempre più caro ed amato:
il volto di mio marito Annibale.

Il sequestro di Luca Locci diventa un film. Ed a interpretare la parte del padre del bambino rapito sarà l’ex ostaggio. Ideato da Luca Locci, sceneggiato da Tonino Pischedda e Gianluca Pirastu, regia di Fabio Manuel Mulas, l’opera prende vita da un manoscritto inedito scritto a quattro mani da Luca e suo padre, Franco. Il primo ciak è previsto a marzo. Il film ripercorre queidrammatici 93 giorni di prigionia nelle mani dell’Anonima per il bambino di appena sette anni e mezzo. Incubo che si concluderà il 25 settembre 1978 dopo il pagamento di un riscatto di 300 milioni di vecchie lire.

Era il 24 giugno del 1978 quando tutta Italia era incollata alla tv per Italia-Brasile. Sulle strade non c’era anima viva. E Macomer, la cittadina del centro Sardegna dove Luca abitava, non faceva eccezione. Il bambino giocava con gli amichetti di fronte a casa: sua madre gli stava preparando la vasca per il bagnetto quando un’auto guidata da sconosciuti se lo porta via. «Prendere parte a questo film è per me come esorcizzare un dolore che non si può cancellare – racconta all’ANSA Luca, oggi 46enne e padre di un bambino di 11 anni – proverò a rievocare la tragica vicenda che ha coinvolto me in prima persona e tutta la mia famiglia attraverso lo sguardo di babbo».

I ricordi sono come immagini nitide. «Sono impresse nella mia mente come se fosse capitato ieri – confessa – incappucciato, infreddolito, solo, con continue minacce di morte se solo avessi intravisto i volti dei miei carcerieri. E quel perfido tentativo di lavaggio del cervello, con quel disco ininterrotto per cercare di farmi credere una grande fandonia: ‘tuo padre tiene più a un sacco di banconote che a te’». «Con il sequestro Locci per la prima volta era stato violato il ‘codice’ che imponeva di non ‘toccare’ donne e bambini – rievoca il regista Fabio Manuel Mulas – e per la prima volta era giunto un annuncio da parte di un Papa, era Papa Luciani, per la sua liberazione, avvenuta due giorni dopo. Dalla pellicola emergono anche fatti inediti e ulteriori dettagli affiorati col passare del tempo dai ricordi di Luca».