Marcella Atzori, ricercatrice laureata all’Università di Cagliari, è il responsabile scientifico e la coordinatrice internazionale di TrustedChain, il primo network blockchain formato da Trust Service Provider – autorità di certificazione qualificate nella regolamentazione della firma elettronica – che gestisce e conserva i dati europei garantendo maggiore sicurezza e affidabilità alle pubbliche amministrazioni a costi ridotti. L’infrastruttura, nata direttamente dalla sua attività di ricerca applicata nel settore, è stata presentata il 23 maggio scorso nel Palazzo Parigi di Milano, e introdotta per la prima volta nella Pubblica Amministrazione italiana.

«Abbiamo messo a sistema in ambiente blockchain gli elevati standard tecnici e normativi dei fornitori di servizio accreditati dai governi europei – spiega Marcella Atzori – il risultato è un ecosistema sicuro e particolarmente performante in termini di scalabilità, capacità e latenza, adatto a sostenere transazioni blockchain su imponenti volumi di dati sensibili: gestiamo oltre 4 milioni di transazioni al mese e dobbiamo garantire continuità e conservazione nel lungo periodo”.

TrustedChain – creato da Ifin Sistemi in collaborazione con la University College of London, l’Università di Padova e la University of Nicosia – connette governi regionali e numerose municipalità attraverso l’archiviazione digitale, ed è la rete blockchain più grande d’Europa sia per la qualità che per la quantità di transazioni di dati a lungo termine, amministrativi, governativi, sanitari e finanziari.

Dopo aver conseguito la laurea e il dottorato nella facoltà di Scienze politiche di Cagliari, Marcella Atzori si è specializzata alla University of Nicosia, alla Columbia University e alla University of Michigan. Grazie alle basi politico-giuridiche costruite nel nostro Ateneo, ha potuto  unire il sapere umanistico alla comprensione delle più innovative tecnologie informatiche, distinguendosi in un percorso accademico e d’impresa di eccellenza internazionale.

Ricercatrice presso la University College of London (UCL),  è attualmente tra i maggiori esperti internazionali in materia di blockchain governance e applicazioni di tecnologia governativa.

Tra le migliaia di persone  in piazza San Carlo, a Torino,  ieri sera c’era anche una giovane studentessa di Tortolì, Federica Lai. Che come tutti gli altri, dopo il boato,  ha pensato ad un attentato terroristico e ha cercato di mettersi in salvo. «Ho temuto di  morire» racconta la ragazza che vive nel capoluogo piemontese dove studia  per specializzarsi in Comunicazione d’impresa. «Io non ho sentito il boato ma un rumore di vetri rotti. Subito dopo ho sentito la gente che urlava e mi sono messa correre».

La giovane donna, in piazza con gli amici per assistere alla finale di Champions tra Juventus e Real Madrid, ha raggiunto prima via Carlo Alberto una parallela della piazza. «Qui – racconta-  vedevo le persone che arrivavano di corsa da Porta nuova  e non capivo più nulla». Dopo pochi, interminabili minuti Federica ha raggiunto  via dei Mille  dove ha trovato un portone aperto. «Ci hanno fatto entrare, nelle scale una famiglia ci ha accolto. Eravamo all’incirca un decina. La piazza si è svuotata in un istante e io ho pensato: sto morendo».  Federica, passata la paura ha chiamato a casa per rassicurare i genitori. Tornerà a Tortolì giovedì prossimo, come preventivato, per partecipare alle Tortolimpiadi i giochi dei quartieri della sua cittadina.