Verrà presentato sabato 19 gennaio 2013 ad Ilbono il libro “Su Carronovali; ricerca sul Carnevale antico di Ilbono” (Edizioni Grafica del Parteolla), esito dell’inchiesta realizzata dall’associazione culturale S’imbentu, in collaborazione con la Biblioteca Comunale di Ilbono “Giovanni Usai”. Attraverso un vasto lavoro di indagine, l’opera ripercorre minuziosamente i riti dell’antico Carnevale Ilbonese, festeggiato nella sua forma tradizionale sino al 1956, ricostruendo i suoi cerimoniali e le sue maschere tipiche. S’Ursu, sa Filongiana, su Sonaxau, s’Orruinosu e l’immancabile Maimone, rinascono nelle prime pagine del libro, insieme ai loro interpreti, grazie ai racconti degli anziani del paese che vissero negli anni in cui il Carnevale veniva svolto ancora nella sua forma tradizionale. La seconda parte dell’opera, invece, si sofferma sul significato della festa e sul simbolismo, tracciando un parallelo con le altre manifestazioni carnevalesche sarde e non solo.

Alla presentazione, che si terrà alle ore 18.00 presso la Sala Polifunzionale della Biblioteca Comunale, parteciperanno, oltre ai responsabili dell’Associazione S’imbentu, il Presidente della Provincia dell’Ogliastra Bruno Pilia, il Sindaco e l’Assessore alla Cultura del Comune di Ilbono, lo scrittore locale Giulio Cesare Mameli e lo studioso ed esperto di storia ogliastrina Gianfranco Brandas.

Il libro, realizzato con il contributo dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione, Cultura e Sport della Provincia dell’Ogliastra, (Legge Regionale N. 26/1997) e del Comune di Ilbono, verrà distribuito gratuitamente alla popolazione ilbonese.

La Sardegna è uno scrigno di biodiversità, ricchissimo. Ne è un esempio il prezzemolo endemico della Sardegna. Appartiene alla famiglia delle Apiaceae o Umbelliferae e rientra tra le erbe annue-biennali o perenni, raramente assume forma di arbusto. Circoscritto alle alture interne dell’Isola e centro-orientali: incluso Mont’Albo e Tavolara; vegeta soprattutto nelle fessure delle rocce calcaree e tra detriti, non oltre i 1400.

Molto simile alle varietà coltivate del prezzemolo comune (Petroselinum crispum o sativum) da cui si distingue anche per un profumo più fortemente odoroso e selvatico. A differenza del più comune prezzemolo però questa pianta non ha usi alimentari certi, e si differenzia anche per alcune altre caratteristiche dalla specie comune.

Presenta, come tutte le ombrellifere, piccole ombrelle di 1-3 cm con 4-6 raggi; fiorisce tra giugno e luglio, con piccoli fiorellini bianchi. L’altezza media di queste piantine raggiunge a malapena i cinquanta centimetri: Ptychotis sardoa è una specie rupicola poco comune (raro incontrare popolazioni numerose ed evidenti) e vegeta sulle rocce.

Il suo nome comune di genere (prezzemolo, o in sardo, tra i tanti: pedru-semene) è ricondotto da alcuni al latino (petroselinum) derivante dal greco antico petroselìnon: questi termini hanno originato il significato di “prezzemolo” dove il prefisso “petro” si può  tradurre con “pietra”, “roccia” e concetti simili. Chiaro quindi che anticamente il prezzemolo avesse per habitat esclusivo rocce, muri e fessure. Il nome scientifico Ptychotis deriva dal greco ychós “piega, ripiegatura” e “orecchio” (otós): pianta con foglioline grinzose. Fonte Sardegna Foreste.