Monumenti napoletani: la Chiesa di San Francesco da Paola, uno degli edifici religiosi più rappresentativi della città

(PRIMA PUNTATA) La basilica reale pontificia di San Francesco di Paola si trova in piazza del Plebiscito, nel centro storico ed è considerata uno dei più importanti esempi di architettura neoclassica in Italia. Andiamo a visitarla idealmente e conosciamo la sua storia.
Monumenti napoletani: la Chiesa di San Francesco da Paola, uno degli edifici religiosi più rappresentativi della città.
(PRIMA PUNTATA) La basilica reale pontificia di San Francesco di Paola si trova in piazza del Plebiscito, nel centro storico ed è considerata uno dei più importanti esempi di architettura neoclassica in Italia. Andiamo a visitarla idealmente e conosciamo la sua storia.
Risale al periodo compreso tra fine Settecento e metà Ottocento e ripete lo stilema neoclassico, in sintonia con la sensibilità ed il gusto architettonico all’epoca della sua progettazione e realizzazione.
San Francesco di Paola visse a Napoli. Paola è un piccolo centro della Calabria, non lontano dalla Campania. Francesco fu invitato a Napoli nel 1481 dal re Ferrante I D’Aragona. Alloggiato in una stanzetta ancora esistente nella Reggia di Castelnuovo, fu ricevuto dal re il quale lo pregò di fondare un convento in Napoli. Il Santo scelse un luogo isolato e solitario dal quale si potesse guardare il mare: le pendici settentrionali del monte Echia (l’odierna zona di Monte di Dio e Santa Lucia), un posto frequentato abitualmente in quel periodo da malfattori.
In uno spazio oggi corrispondente al centro della piazza del Plebiscito venne fatta costruire la chiesa di San Luigi o anche detta chiesa di San Francesco di Paola. Ma giusto in quest’area preesisteva la fatiscente chiesa di San Giovanni ad Lampade.
Tutte le fabbriche religiose preesistenti in quest’area furono demolite all’indomani dell’ascesa del condottiero francese Gioacchino Murat che in tutta Napoli improntò un preciso schema di riforma in ogni senso percepito e basato su principi laici, che travolsero bruscamente l’aspetto urbanistico della piazza. Poi Gioacchino Murat fu cacciato da Napoli e fu restaurata la corona borbonica.
Disegnata in stile neoclassico da Pietro Bianchi (1787-1840), la chiesa di sorse per volontà di Ferdinando I di Borbone, come «ex voto», per aver recuperato il Regno. La prima pietra venne posta nel 1816. I lavori della Basilica durarono circa 30 anni, terminati dagli allievi di Bianchi, nel 1846.
Le statue furono sistemate nel 1839. La chiesa fu conclusa nel 1846, rispecchiando pienamente quello che era il gusto neoclassico e ispirandosi nelle forme al Pantheon di Roma. Grazie al privilegio concesso da papa Gregorio XVI, fu la prima chiesa di Napoli ad avere l’altare rovescio.
Retta dai frati minimi, la chiesa si apre al centro del colonnato di piazza del Plebiscito, progettato da Leopoldo Laperuta. Il porticato della piazza, sostenuto da colonne doriche, descrive una semi-ellisse delimitata, sui lati maggiori, dai palazzi Salerno e dell’ex Foresteria; in corrispondenza dei fuochi si trovano le statue equestri di Carlo III e di Ferdinando I, la prima opera di Antonio Canova, mentre la seconda avente il cavallo del medesimo Canova e il cavaliere opera dello scultore Antonio Calì.
La facciata del tempio, al centro dell’emiciclo, è preceduta da una breve scalinata in marmo di Carrara, ed è caratterizzata da un pronao con sei colonne in ordine ionico ancora in marmo di Carrara, lavorate da Carlo Beccalli, e due pilastri laterali che reggono l’architrave sulla quale è incisa la scritta:
«D.O.M.D. FRANCISCO DE PAULA FERDINANDUS I EX VOTO A MDCCCXVI»
Sopra l’architrave poggia un timpano triangolare sul quale sono poste, a sinistra una statua di San Francesco di Paola opera di Giuseppe Del Nero, a destra una statua di San Ferdinando di Castiglia e sulla sommità una statua della Religione, queste ultime due scolpite da Heinrich Konrad Schweickle.
Nella prossima puntata andremo a visitare idealmente l’interno della basilica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA