Lo sapevate? L’alabarda della Madonnina del Duomo è un vero e proprio parafulmine

La madonnina veglia da secoli sulla città di Milano proteggendola dal male, ma anche dai fulmini. Eh sì, perché l’alabarda che tiene in mano è un vero e proprio parafulmine perfettamente funzionante, che serve a proteggere il Duomo in caso di maltempo.
Lo sapevate? L’alabarda della Madonnina del Duomo è un vero e proprio parafulmine.
La madonnina veglia da secoli sulla città di Milano proteggendola dal male, ma anche dai fulmini. Eh sì, perché l’alabarda che tiene in mano è un vero e proprio parafulmine perfettamente funzionante, che serve a proteggere il Duomo in caso di maltempo.
“O mia bela Madunina che te brillet de lontan. Tuta d’ora e piscinina, ti te dominet Milan. Sota a ti se viv la vita, se sta mai coi man in man”. Così dice la canzone popolare di Giovanni D’Anzi, che moltissimi conoscono. Ma quanti conoscono la storia della Madonnina, la statua simbolo che veglia su Milano?
Si tratta di uno dei simboli tra i più amati dai milanesi.
Nel XVIII secolo, il Duomo di Milano era ancora un cantiere infinito. Non era stato ancora completato ed era quasi totalmente privo di guglie. Fu l’arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli nel 1765 a prendere la decisione di far innalzare la guglia maggiore.
L’opera venne progettata e, successivamente, realizzata dall’architetto Francesco Croce, della veneranda Fabbrica, nel 1769. Il Duomo di Milano arrivò ad avere la sua complessiva altezza di 108,50 metri. Sulla cima della guglia venne sistemata la statua dell’Assunta. Alta poco più di quattro metri, la Madonnina osserva tutta la città, di cui è anima e cuore.
La statua è in rame dorato. Fu realizzata da Giuseppe Perego nel 1769. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu coperta per evitare che potesse essere bombardata durante le missioni aeree compiute dalle forze aree degli Alleati. La statua venne ricoperta da teli, per ridurne la visibilità impedendo che diventasse un riferimento topografico di navigazione per i bombardieri.

La statua è costituita da lamine di rame sbalzate e dorate sostenute da un’anima in ferro e venne posizionata e fissata il 30 dicembre 1774.
Nel dopoguerra la degradata struttura in ferro fu sostituita da una in acciaio inossidabile.
La statua è rispettata e guardata dal basso verso l’alto, proprio in onore di una antichissima tradizione che vuole che alcun edificio milanese possa risultare essere più alto della stessa Madonnina.
Nel 1774 nacque l’idea era che nessun’altra opera presente in città sarebbe potuta stare più in alto di lei. Fino agli anni ’60 del secolo scorso una legge ad hoc mise un limite alla torre Branca e a quella Velasca, in modo da fermarle rispettivamente a 108 e 106 metri. Con i grattacieli successivi si è poi deciso di superare questo limite, aggiungendo una copia della statua sul tetto del grattacielo più alto, dal Pirellone al Palazzo Lombardia, fino alla più recente Torre Isozaki.
L’alabarda non è altro che un parafulmine “mascherato”. Quello attuale fa compagnia alla Madonnina dal 1967, dopo un violento temporale che la colpì. L’iconografia può lasciare perplessi (non si è mai vista una statua della Madonna con l’alabarda) ma tant’è..

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