Lo sapevate? A Milano esiste una casa… a tre cilindri!

Lo sapevate? A Milano esiste una casa a tre cilindri! Un’architettura unica, sospesa su pilastri e firmata da Mangiarotti e Morassutti. Scopri la sua storia nel nostro nuovo articolo!
Nel panorama architettonico di Milano, tra le tante sperimentazioni del Novecento, spicca un edificio unico nel suo genere: la Casa Tre Cilindri di via Gavirate 27. Progettata tra il 1958 e il 1959 dagli architetti Angelo Mangiarotti e Bruno Morassutti, questa costruzione rappresenta una delle più originali interpretazioni dell’abitare moderno in città.
L’edificio nasce per soddisfare la richiesta di nove funzionari statali, riunitisi in cooperativa per realizzare appartamenti luminosi e indipendenti. Tuttavia, il progetto doveva confrontarsi con diverse sfide: un lotto irregolare, le restrizioni urbanistiche di una zona caratterizzata da palazzine immerse nel verde e il desiderio di garantire privacy tra i vicini. Per rispondere a queste esigenze, Mangiarotti e Morassutti concepirono una soluzione innovativa: tre cilindri di 12 metri di diametro, sviluppati su tre piani e disposti a triangolo.
Un elemento centrale vetrato, contenente scale e ascensori, collega i volumi garantendo accessibilità senza compromettere l’indipendenza degli appartamenti. Ciò che rende la Casa Tre Cilindri ancora più curiosa è il modo in cui interagisce con il suolo. Ogni cilindro è sollevato da terra e sorretto da un unico pilastro centrale cavo, che ospita gli impianti tecnici e si collega a una solida base in calcestruzzo. Questo sistema, oltre a garantire stabilità, permette di lasciare libera la superficie sottostante, creando una perfetta continuità con il giardino. La colonna centrale termina con un ampio capitello a fungo, che regge i solai in calcestruzzo armato e conferisce all’intero complesso una straordinaria leggerezza visiva.
La configurazione strutturale della Casa Tre Cilindri ha permesso di progettare appartamenti con una disposizione interna estremamente flessibile, senza vincoli imposti da muri portanti. Le pareti, infatti, potevano essere semplici divisori o attrezzate con librerie e armadiature, adattandosi alle esigenze dei residenti. Anche le facciate riflettevano questa modularità: composte da fasce continue di vetro e pannelli in legno a tutta altezza, potevano essere disposte in modo variabile senza alterare l’armonia complessiva dell’edificio.
Quando fu completata nel 1962, la Casa Tre Cilindri fu accolta con entusiasmo dalla critica, tanto che il Corriere Lombardo la definì “casa dell’avvenire”. Il progetto rientra tra le sperimentazioni più significative di Mangiarotti e Morassutti, influenzati dalle teorie di Frank Lloyd Wright e dalle ricerche sulla prefabbricazione e la libertà distributiva degli spazi. Oggi, a più di sessant’anni dalla sua costruzione, la Casa Tre Cilindri continua a sorprendere e affascinare, dimostrando come un’idea audace possa trasformare i vincoli in opportunità. Un piccolo gioiello dell’architettura milanese che, ancora oggi, rimane un esempio di innovazione senza tempo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA