Lo sapevate? Sotto Piazza Duomo si nasconde un antico complesso archeologico
Piazza Duomo è da sempre stata il fulcro del turismo meneghino. Ogni giorno, migliaia di turisti la visitano. Ma questa piazza nasconde un segreto che pochi conoscono. Quale? Scopriamolo insieme.
Quando sentiamo nominare Milano, il nostro cervello ci porta subito ad accostare questo nome al mondo della moda del lusso, del design e di tutto ciò che ruota attorno al lifestyle. Ma non tutti sanno che al dì sotto di questa straordinaria città si nasconda un’area archeologica che racconta la storia dell’antica capitale dell’Impero Romano.
A soli 4 metri sotto Piazza Duomo, si trova uno dei complessi archeologici più antichi di Milano, risalente alla prima cristianità: i resti del Battistero di San Giovanni alle Fonti. È il secondo edificio religioso più antico della città, costruito nel IV secolo d.C.; il primo è Santo Stefano alle Fonti, dove fu battezzato Sant’Ambrogio.
La scoperta del Battistero di San Giovanni alle Fonti risale agli anni ’60, durante i lavori per la costruzione della metropolitana. Purtroppo, proprio a causa di questi lavori, parte del battistero e delle basiliche furono distrutte. Oggi, però possiamo ricostruirne la storia grazie alle ricerche d’archivio.
Infatti, sappiamo che sotto al battistero un tempo, vi era tempio romano dedicato alla dea Minerva e, prima ancora, un tempio celtico dedicato alla dea Belisama. Milano fu fondata nel VI secolo a.C. da una tribù celtica guidata da Bellevoso, nel luogo dove trovarono una scrofa semilanuta.
Grazie ad una lettera che Sant’Ambrogio scrisse alla sorella Marcellina, si riesce ad intuire che i resti del Battistero di San Giovanni alle Fonti fa in realtà il primo complesso episcopale milanese. Nella lettera, il vescovo di Milano menziona una “basilica vetus” o “minor” (antica o minore), una “basilica nova quae maior est” (nuova e maggiore) e una “basilica baptisterii”.
La basilica vetus, nell’area dell’attuale Duomo, probabilmente fu la basilica di Santa Maria “hiemalis” (invernale); la basilica nova è identificata con la cattedrale dedicata al Salvatore e poi a Santa Tecla, esistita fino al 1461 nell’area del sagrato del Duomo.
La maggior parte degli studiosi pensa che Ambrogio si riferisse all’ottagono di San Giovanni alle Fonti quando parlava del battistero, di cui egli stesso promosse la costruzione. Il battistero di San Giovanni alle Fonti, i cui resti si trovano sotto il sagrato del Duomo, aveva una pianta ottagonale. Al centro c’era una grande vasca, anch’essa ottagonale, con gradini in mattoni e rivestita in marmo bianco. L’acqua entrava in un condotto di laterizi che correva intorno al parapetto, fluiva nella vasca da est e si dirigeva verso l’altro lato, dove i resti di due incassi nel pavimento fanno pensare a uno spazio riservato al vescovo durante la cerimonia.
Il pavimento del battistero, con piastrelle bianche e nere che formano motivi geometrici, è ben conservato. Le decorazioni interne includevano rivestimenti in marmo di diversi colori, di cui sono stati recuperati molti frammenti.
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