Lo sapevate? Sino al Novecento Milano veniva soprannominata la Venezia lombarda
Lo sapevate? Sino al Novecento Milano veniva soprannominata la Venezia lombarda. Milano in parte ha mantenuto sino a oggi il suo aspetto di città d’acqua, ma pensate che fino ai primi decenni del Novecento era soprannominata la Venezia lombarda. Scoprite
Lo sapevate? Sino al Novecento Milano veniva soprannominata la Venezia lombarda.
Milano in parte ha mantenuto sino a oggi il suo aspetto di città d’acqua, ma pensate che fino ai primi decenni del Novecento era soprannominata la Venezia lombarda. Scoprite perché.
Un tempo, sino a circa cento anni fa, Milano era ancora ricchissima di canali e navigli.
Poi, nel tempo, per questioni igieniche e per far posto al trasporto su terra, gran parte di questi venne coperto. Ma negli ultimi anni i milanesi stanno riscoprendo i navigli e ciò che rimane di questi splendidi canali.
I navigli di Milano sono un sistema di canali irrigui e navigabili artificiali che metteva in comunicazione il lago Maggiore, quello di Como e il basso Ticino aprendo al capoluogo lombardo le vie d’acqua della Svizzera e dell’Europa nordoccidentale, del Cantone dei Grigioni e dell’Europa nordorientale e, infine, quella del Po verso il mare Adriatico. Le loro origini risalgono al XII secolo quando, dopo la distruzione della città compiuta dal Barbarossa, si diede inizio alla creazione di un sistema di canali artificiali e navigabili a scopo difensivo ma anche per il rifornimento d’acqua e il trasporto delle merci.
Il primo a essere creato nel 1179 fu il Ticinello, poi Naviglio Grande, sfruttando le acque del basso Ticino, a cui seguì, nel 1457, il Naviglio della Martesana, a nord della città. Il sistema dei navigli fu perfezionato da Leonardo da Vinci, su incarico di Ludovico il Moro, migliorando la navigazione all’interno della città di Milano, e superando i problemi del dislivello, risolto con un sistema di chiuse, di cui oggi si può ammirare, nella sua versione originale, la Conca dell’Incoronata in Via San Marco.
La Cerchia dei Navigli è stata quasi completamente interrata tra il 1929 e il 1930.
Restano però ancora aperti e visibili alcuni tratti ricchi di storia che riescono ad evocare, in parte, la Milano di allora.
I canali rimasti sono attraversati da piccoli ponticelli, con una serie di vicoli su cui si affacciano le tipiche case di ringhiera, negozi particolari, botteghe di antiquari, atelier, librerie e tanti locali alla moda. In definitiva uno dei quartieri più trendy di Milano.
Nel 2015, in occasione di Expo, il quartiere è stato oggetto di un grande lavoro di rinnovamento, che ha ripristinato in parte la sua struttura originaria, riaprendo un tratto del Naviglio Grande e il suo ponte a tre arcate, e creando nuovi spazi lungo le sponde della Darsena.
Il quartiere dal fascino romantico e un po’ bohémien si trova a sud ovest di Milano e ha inizio da Porta Ticinese, dove si trova la Darsena, l’antico porto di Milano e oggi cuore del quartiere, da cui partono i corsi del Naviglio Grande e del Naviglio Pavese.
Animato di giorno e di sera, il quartiere è sempre un luogo nel cuore dei milanesi, con mercati, bancarelle e iniziative.
Qui ha vissuto per tanti anni Alda Merini, la poetessa dei Navigli: nata in via Mangone, visse per gran parte della sua vita in un piccolo appartamento di ringhiera di Ripa di Porta Ticinese al civico 47. La città le ha reso omaggio con una targa posta sulla facciata esterna e dedicandole lo Spazio Alda Merini in via Magolfa, lungo il Naviglio Pavese, dove è stata ricostruita la stanza della poetessa.
L’avvento dei treni e poi il traffico su gomma sostituirono gradualmente il trasporto fluviale. Le industrie inoltre cominciarono a inquinare i Navigli che, negli anni, vennero coperti fino a essere interrati quasi completamente. Adesso c’è chi vorrebbe riaprirli. Ma questa è un’altra storia.
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