Lo sapevate? Carla Fracci è stata la prima donna ad essere accolta nel Famedio dopo 155 anni
Il Cimitero Monumentale è un museo a cielo aperto e non solo un luogo di sepoltura. Il famedio è una costruzione o un insieme di costruzioni di pregio, destinata alla sepoltura o alla memoria di personaggi illustri. La celebre ballerina, scomparsa nel maggio 2021, è la prima donna della storia a trovare sepoltura all'interno della cappella dedicata ai più illustri milanesi della storia, in cui riposano Alessandro Manzoni e i resti del poeta Salvatore Quasimodo.
Lo sapevate? Carla Fracci è stata la prima donna ad essere accolta nel Famedio dopo 155 anni.
Il Cimitero Monumentale è un museo a cielo aperto e non solo un luogo di sepoltura. Il famedio è una costruzione o un insieme di costruzioni di pregio, destinata alla sepoltura o alla memoria di personaggi illustri. La celebre ballerina, scomparsa nel maggio 2021, è la prima donna della storia a trovare sepoltura all’interno della cappella dedicata ai più illustri milanesi della storia, in cui riposano Alessandro Manzoni e i resti del poeta Salvatore Quasimodo.
La celebre ballerina, scomparsa nel maggio 2021, è la prima donna della storia a trovare sepoltura all’interno della cappella dedicata ai più illustri milanesi della storia, in cui riposano Alessandro Manzoni e i resti del poeta Salvatore Quasimodo.
Carla Fracci, all’anagrafe Carolina Fracci (Milano, 20 agosto 1936 – Milano, 27 maggio 2021), è considerata una delle più grandi ballerine del ventesimo secolo. Nel 1981 il New York Times la definì prima ballerina assoluta.
A Carla Fracci, Milano ha tributato l’onore più grande: essere la prima donna tumulata al Famedio del Cimitero Monumentale, insieme ad Alessandro Manzoni, Salvatore Quasimodo, Carlo Cattaneo, Luca Beltrami, Leo Valiani, Bruno Munari, Carlo Forlanini.
Il Cimitero Monumentale è un museo a cielo aperto e non solo un luogo di sepoltura. Il famedio è una costruzione o un insieme di costruzioni di pregio, destinata alla sepoltura o alla memoria di personaggi illustri. Nella cripta del Famedio del Cimitero Monumentale di Milano, cui si accede dai portici di ingresso al cimitero, s’incontrano alcuni personaggi che godono tuttora di grande notorietà: Alessandro Manzoni, il primo ad essere traslato nel Famedio, nel 1883, a dieci anni dalla sua morte, Carlo Cattaneo e Luca Beltrami, Salvatore Quasimodo, Carlo Forlanini, Bruno Munari e Leo Valiani, Carla Fracci, prima donna accolta nel Famedio nel 2021, dopo 155 anni dall’inaugurazione, Aldo Aniasi, Guido Crepax, Dario Fo e Franca Rame, Ambrogio Fogar, Giorgio Gaber, Paolo Grassi, Enzo Jannacci, Duilio Loi, Alda Merini, Gino Strada e Giovanni Raboni.
Il Cimitero Monumentale Milano è un grande cimitero che conserva numerose tombe di personaggi illustri, sepolti in monumenti funebri ed esempi architettonici di grande pregio. Oltre ai personaggi del Famedio trovano riposo al Monumentale anche altri personaggi illustri, ad esempio Gae Aulenti, Arturo Toscanini e tanti altri. I 250.000 metri quadri del Cimitero ospitano una gamma pressoché infinita di esempi d’arte funebre, che costituiscono un vero e proprio libro aperto sui grandi cambiamenti vissuti tra la metà dell’Ottocento e la metà del Novecento dalla società cittadina ed anche italiana, attraversando suggestioni ancora legate al Romanticismo, per arrivare al Simbolismo e poi al tipico Liberty di Milano, dal Decò all’arte fascista fino a giungere ad alcune realizzazioni di estrema modernità.
Costruito tra il 1864 e il 1866 dall’Architetto Carlo Maciachini, il cimitero è ricco di richiami all’architettura gotica, bizantina e romanica si estende su una superficie pari a ben 250.000 metri quadrati.
Anno dopo anno, nuovi esempi di arte funeraria Milano si aggiunsero, trasformando notevolmente l’immagine di questo cimitero: iniziarono così a comparire templi greci, imponenti obelischi, eleganti edicole e una copia in formato ridotto della famosa Colonna Traiana di Roma.
Queste continue aggiunte artistiche trasformarono ben presto il cimitero in un museo a cielo aperto tra i più importanti d’Italia.
Il Famedio è una costruzione realizzata in stile neogotico che si trova all’ingresso del Cimitero Monumentale Milano. Il suo nome deriva dal latino famae aedes, cioè “tempio della fama”.
In origine i costruttori avevano pensato di adibire questa struttura a chiesa, in seguito si decise di creare un famedio in cui tumulare le personalità più illustri di Milano e dell’Italia intera.
Al suo interno riposano le spoglie mortali di illustri politici, sportivi, artisti, editori e personalità che hanno reso grande l’Italia e hanno profondamente segnato la storia italiana.
Come riporta il sito del Monumentale, al centro del prospetto frontale del cimitero affacciato sul piazzale di ingresso domina il Famedio, o “Tempio della Fama”. Originariamente progettato da Maciachini con la funzione specifica di cappella cattolica, l’edificio tra il 1869 e il 1870 viene destinato a luogo di sepoltura, celebrazione e ricordo dei milanesi di origine o di adozione (compresi gli ospiti e i cittadini onorari) che attraverso opere e azioni hanno reso illustre la città e l’Italia. Viene così a concretizzarsi l’idea di allestire un grande Pantheon ambrosiano, già viva in età napoleonica e prefigurata dalla serie di monumenti commemorativi ai cittadini celebri innalzati nel cortile e negli spazi interni del Palazzo di Brera, per eccellenza il luogo del sapere della Milano ottocentesca.
Alle forme tipiche dell’eclettismo neomedioevale di Maciachini che contraddistinguono l’esterno del Famedio e che trovano il suo elemento distintivo nel grande rosone goticheggiante sovrastante l’ingresso centrale, all’interno fa riscontro un apparato decorativo estremamente ricco e dai colori vivaci. Nella realizzazione dei lavori, avvenuta tra il 1884 e il 1887, l’architetto si vale della collaborazione di una equipe composta dal pittore Luigi Cavenaghi, dagli ornatisti fratelli Angelo e Celso Stocchetti e da molteplici scultori e marmisti, i quali rivestono letteralmente le pareti interne del Famedio con decorazioni pittoriche a motivi floreali e geometrizzanti, lapidi commemorative e altorilievi con ritratti. In seguito, Lodovico Pogliaghi esegue i cartoni per i mosaici che ornano le lunette al di sopra dei tre portali di accesso, raffiguranti (da sinistra a destra) le allegorie della Luce, della Storia e della Fama.
I criteri di “ammissione” al Famedio rispondono a un regolamento definito nel 1884 e in parte modificato nel 1904, il quale fissa a tre le categorie dei cittadini considerati degni di passare alla storia: gli “illustri” per meriti letterari, artistici, scientifici o atti insigni, i “benemeriti” che per virtù proprie hanno recato benefici e fama alla città e i “distinti nella storia patria” che hanno contribuito all’evoluzione nazionale. Per ricevere gli onori del Famedio non occorre esservi tumulati, molti dei personaggi ricordati nelle lapidi poste all’interno sono infatti sepolti in altre zone del Monumentale, per esempio Arturo Toscanini. Sono ricordati anche alcuni italiani illustri le cui salme riposano altrove, come Giuseppe Verdi, tumulato nella cripta della Casa di Riposo per Musicisti a lui dedicata, sita in piazza Buonarroti a Milano, oppure Giuseppe Mazzini, sepolto nel cimitero di Staglieno a Genova.
Nel Famedio sono ospitati i resti di soli otto personaggi: al centro, in un sarcogafo disegnato dallo stesso Maciachini, riposa Alessandro Manzoni, il primo ad essere traslato nel Famedio, nel 1883, a dieci anni dalla sua morte. Negli altri due sarcofaghi presenti nella grande sala si trovano Carlo Cattaneo e Luca Beltrami; mentre quattro colombari di fascia a lato ponente custodiscono i resti di Salvatore Quasimodo, Carlo Forlanini, Bruno Munari e Leo Valiani.
Nella cripta del Famedio, cui si accede dai portici di ingresso al cimitero, s’incontrano alcuni personaggi che godono tuttora di grande notorietà: Aldo Aniasi, Guido Crepax, Dario Fo e Franca Rame, Ambrogio Fogar, Giorgio Gaber, Paolo Grassi, Enzo Jannacci, Duilio Loi, Alda Merini, Giovanni Raboni.
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