Detti e modi di dire milanesi: Chi non s’engegna, fa la tegna, il proverbio tipico dell’operosità cittadina

Chi sta con le mani in mano, fa le ragnatele, chi non si rinnova ogni giorno, non raggiunge mai il profitto. Questo detto è un modo per invitare i fanigòtt/fanigutun (i nullafacenti) a darsi da fare.
Detti e modi di dire milanesi: Chi non s’engegna, fa la tegna, il proverbio tipico dell’operosità cittadina.
Chi sta con le mani in mano, fa le ragnatele, chi non si rinnova ogni giorno, non raggiunge mai il profitto. Questo detto è un modo per invitare i fanigòtt/fanigutun (i nullafacenti) a darsi da fare.
Milano città di lavoro, operosità e affari. Città che non dome mai e lavora sempre: ecco perché il lavoro e il commercio, l’industria e i traffici sono alla base della vita quotidiana di quella che è considerata una delle città più ricche e lavoratrici del Mondo.
Il dialetto milanese ha origini antiche che pianta le radici nel latino ma che ha anche numerose contaminazioni legate a lingue celtiche e indoeuropee. Linguaggio pratico, immediato, proprio come i milanesi veraci, dalla parlata tagliente e piena di sarcasmo.
Il milanese infatti è vivace, divertente: la tradizione tramanda, di generazione in generazione, la saggezza popolare lombarda. I proverbi milanesi diventano l’occasione per rispolverare modi di dire ed espressioni particolar Un dialetto che si parla ancora oggi, e non solo tra gli anziani.
Il milanese è la varietà più importante per tradizione e letteratura del gruppo dialettale occidentale della lingua lombarda. Come tutti i dialetti della lingua lombarda, anche il milanese appartiene al ramo gallo-italico delle lingue romanze occidentali, caratterizzato da un substrato celtico e da un superstrato longobardo.
Alcuni studiosi considerano el dialètt milanes una vera e propria lingua, quella milanesa appunto. Letterati, drammaturghi, e poeti di Milano, come Bonvesin de la Riva, Carlo Maria Maggi, Carlo Porta e Alessandro Manzoni contribuirono in modo determinante all’evoluzione linguistica e letteraria dell’idioma di Milano.
Nonostante Milano sia una città cosmopolita e ricchissima di apporti e influenze, quindi anche linguistici, il dialetto è ancora molto utilizzato e logicamente in continua evoluzione, tanto da integrare ancora oggi nuovi termini più adatti al presente.
I milanesi chiamano il loro dialetto meneghin, proprio come un personaggio tradizionale del teatro milanese di fine Seicento, fedele e garbato, divenuto celebre tra le maschere della «Commedia dell’arte».
Un dialetto che sta al passo coi tempi, quindi, ma anche un mezzo attraverso il quale si tramandano da generazioni quelle pillole di saggezza chiamate proverbi. Modi di dire tipici di ogni luogo ma significativi e sintomatici in un luogo che ha fondato la sua essenza, il suo presente e il suo futuro sempre sul lavoro, sull’operosità e, al contrario, ha sempre ricacciato indietro la negligenza, l’inoperosità, criticando l’inerzia, l’ozio e l’indolenza. Un proverbio semplice semplice, ma anche simpatico e divertente, che mette subito in evidenza quella che ala vera indole di chi vive e lavora a Milano, non necessariamente dei milanesi veraci, perché l’operosità si sa è un qualcosa che, vivendo per lungo tempo a Milano, bisogna mettere sicuramente in conto.

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