Divieto di fumo a Milano: è scontro fra cittadini e istituzioni

Milano vieta di fumare alle fermate dei tram e ai tavolini posti all’esterno del bar. Ma i cittadini continuano a fare come sempre. Voi cosa ne pensate?
Divieto di fumo a Milano: è scontro fra cittadini e istituzioni.
Milano vieta di fumare alle fermate dei tram e ai tavolini posti all’esterno del bar. Ma i cittadini continuano a fare come sempre. Voi cosa ne pensate?
Con il piano della qualità dell’aria, approvato a novembre del 2020 (in piena pandemia Covid), le sigarette venivano vietate alle fermate dei mezzi pubblici, nei parchi e negli stadi. In poche parole, chi aspettava l’autobus, chi portava fuori il cane e chi andava a guardare la partita, non poteva più fumare. Al tempo stesso, non venivano nemmeno stabilite delle aree fumatori. Semplicemente, fumare era meno consentito.
Due anni più tardi, nel 2023 e più precisamente nel giorno 8 marzo, il Comune vieta ai cittadini di fumare quando si trovano seduti ai tavolini posti all’esterno di un bar o di un ristorante. Inoltre, fumare è diventato illecito anche quando si aspetta il treno, il traghetto o il bus. Insomma, nel momento in cui si aspetta, o si sta facendo un aperitivo, fumare non è più possibile.
Lungi da noi voler fare un articolo pro-fumo, anzi, lo diciamo chiaramente: fumare uccide. Però, vietare ai fumatori di accendersi una sigaretta mentre aspettano il tram è davvero troppo. L’ordinanza prevede che le sigarette, elettroniche o tradizionali, non si possono accendere quando ci si trova a meno di 10 metri da altre persone. Peccato che raramente le fermate dei tram siano così lunghe da permettere un distanziamento tale.
E infatti, lo scontro fra cittadini e istituzioni è guerra aperta. Non solo il divieto non è per niente rispettato, e tutti i fumatori continuano a fumare come hanno sempre fatto, ma sono apparse anche immagini in rete che mostrano dipendenti comunali e assessori fumare negli stessi luoghi in cui ai cittadini è proibito. Insomma, capite da voi che questi nuovi divieti sono totalmente impraticabili. Sarebbe compito dei controllori dei mezzi pubblici o dei proprietari dei bar far rispettare l’ordinanza, ma anche qui lo scaricabarile delle responsabilità sembra non trovare un capro espiatorio adatto. D’altronde, controllori e titolari delle caffetterie hanno già un grosso carico di lavoro, non possono anche preoccuparsi di controllare chi sta fumando, ed eventualmente chiamare le autorità perché qualcuno si è acceso una sigaretta.
Forse la giunta comunale che ha optato per mettere al bando il fumo non ha fatto molto i conti con la realtà dei fatti e con l’applicazione delle norme, perché oggi un qualsiasi bar che ha i tavolini all’aperto fornisce ai clienti un posacenere, a volte anche di default. D’altro canto, molti controllori dei mezzi pubblici sono fumatori a loro volta, e l’unico posto che hanno per accendersi una sigaretta fra un capolinea e l’altro è proprio la fermata del tram o del bus.
Insomma, è una situazione di stallo e non sembra avere delle soluzioni applicabili. Ciò che i fumatori possono fare è essere più accorti quando si accendono una sigaretta, e controllare se la vicinanza alle altre persone è così ristretta da creare disturbo o disagio.

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