I ristoranti che i milanesi hanno scelto per San Valentino: come non farsi trovare impreparati.

San Valentino: che passione! Ecco i cinque ristoranti che i milanesi hanno scelto per la serata più romantica dell’anno. Dai un’occhiata a questa lista per non farti trovare impreparato il prossimo anno e stupisci la tua dolce metà con una cena a lume di candela.

Ci sono persone che a San Valentino hanno già organizzato tutto da settimane, sanno già dove portare andare a mangiare e magari hanno anche già comprato i fiori. E poi ci sono tutti gli altri, che magari avrebbero anche l’idea di uscire a mangiare qualcosa, ma si trovano arenati fra ristoranti senza alcuna vocazione romantica e bettole che si spacciano per ritrovi raffinati. Ecco, per tutti questi, noi scriviamo una veloce guida all’insegna dell’amore. Possiate voi il prossimo anno avere le idee più chiare e scegliere il ristorante migliore per la vostra cena romantica a lume di candela!

El Porteno

I milanesi ne vanno matti, e in realtà piace a tutti gli amanti della carne. È un ristorante argentino fatto di fuoco e passione dove la qualità della carne è eccelsa, buona e gustosa. El Porteno è in realtà una catena quindi ci sono diverse sedi in città: in Corso Sempione, in Darsena, in Viale Elvezia, in Duomo e in Via Melloni. Ciò che rende speciale El Porteno è che ogni sede ha i suoi arredamenti, tutti molto caldi e accoglienti, fatti anche di tende rosse e decorazioni che richiamano all’amore. Un posto che vi stregherà per il suo umore “caliente”!

Sottosotto

Un locale moderno e di design, scelto da chi immagina il proprio San Valentino come un momento dedicato alla raffinatezza. “Sottosotto” è un posto piccolo ma molto intimo, dotato di un’ottima cantina di vini e disposto su due livelli, piano inferiore e superiore (da qui il nome). Il ristorante si trova in zona Paolo Sarpi ed è in verità un’enoteca con cucina, offre i piatti della tradizione italiana rivisitati in chiave moderna ed elegante. È oltretutto un posto amato da chi vuole bere bene e parecchio, perché, oltre alla cantina, anche la lista degli amari è lunga ed entusiasmante.

Il Garghet

Splendido ristorante situato in mezzo al Parco Agricolo di Milano Sud, è un fiore all’occhiello per chi a San Valentino vuole stupire la propria dolce metà. In realtà il Garghet è bello sempre, in inverno gli interni sanno coinvolgere e creare un’atmosfera da mondo incantato, e d’estate il giardino si trasforma in un boschetto magico all’insegna del romanticismo. È un ristorante d’alta classe, offre i piatti tradizionali della cucina milanese ma stupisce i propri clienti con dei fuori menù davvero speciali. Da provare almeno una volta nella vita!

Insieme

Già dal nome s’intende un posto adatto alla compagnia. Un ambiente moderno e ricercato in zona Pagano, curato nei minimi dettagli e molto intimo per le coppie che cercano un po’ di tranquillità. Il ristorante offre dei gustosi piatti fatti da ingredienti delicati e armoniosi, proposte vegetariane e una buona carta dei vini capace di soddisfare tutti. La particolarità di questo locale sono le mensole vicino alle pareti su cui poggiano centinaia di bottiglie di vino, perché creano un ambiente divertente ma anche legato alle tradizioni, elegante ma attuale.

Giacomo Arengario

Non poteva mancare nella nostra lista il ristorante più chic e ambito della città. Questo locale con vista mozzafiato è il dehors del Museo del Novecento e si affaccia sulla bellissima Piazza Duomo: insomma, una veduta mozzafiato per la cena più romantica dell’anno! Il locale è creato quasi tutto in vetro per offrire ai clienti una vista a tutto tondo mentre gustano piatti di carne fresca e specialità milanesi fra art decò e delizie meneghine. Insomma, non si può proprio rinunciare a questa esperienza nella notte che celebra l’amore!

Lo sapevate? Giuseppe Verdi è sepolto a Milano.

Non tutti sanno che, pur essendo emiliano, Giuseppe Verdi è sepolto a Milano, in Piazza Buonarotti. Qui, dominata dalla Statua di Verdi, si trova la Casa di Riposo per Musicisti, al cui interno si trova la cappella della casa con la tomba di Giuseppe Verdi e della Moglie Giuseppina Strepponi.

All’interno del giardino della Casa è stata ricavata la cripta mortuaria dove riposano Giuseppe Verdi e la moglie Giuseppina. L’ambiente, fortemente suggestivo, è decorato a mosaico su disegni di Ludovico Pogliaghi. La sontuosa sistemazione fu frutto della determinazione e devozione di Teresa Stolz che dedicò gli ultimi anni della sua esistenza (e una somma decisamente importante) alla sistemazione e all’abbellimento del tempio funerario.

Al centro del grande mosaico la Stolz volle due figure di geni che levano alta una corona ornata da bacche d’oro e un medaglione con il ritratto di Verdi fuso in bronzo da Giovanni Lomazzi. Sotto quest’immagine, un’iscrizione riporta il verso di D’Annunzio dedicato al grande bussetano: “pianse e amò per tutti”.

Le due tombe, realizzate da Lomazzi, sono invece sobrie e austere e riflettono pienamente il carattere del Maestro. Alla parete sono appoggiate due corone che ricordano la visita di Vittorio Emanuele III l’8 ottobre 1901. Su suggerimento della regina Margherita venne successivamente aggiunta una targa in ricordo della prima moglie del Maestro, Margherita Barezzi e dei suoi due figli: “Dolce consorte a lui vicina nelle prime lotte della vita, lo fece padre di Igino e Virginia, desiderati e pianti ancora piccoli”.

Casa Verdi è una casa di riposo per cantanti e musicisti che abbiano compiuto 65 anni di età, fondata da Giuseppe Verdi il 16 dicembre 1899 e situata a Milano in piazza Buonarroti 29. La Casa è di proprietà della Casa di Riposo per Musicisti – Fondazione Giuseppe Verdi alla quale il Maestro ne fece dono prima della morte.

La mia opera più bella”. Così il Maestro definì il grande complesso.

La Casa di riposo per musicisti fu fatta costruire appositamente “per accogliere vecchi artisti di canto non favoriti dalla fortuna o che non possedettero da giovani la virtù del risparmio. Poveri e cari compagni di una vita”.

A Milano sanno tutti dov’è Casa Verdi. Chi non lo sa, è uno che viene da fuori, e se lo chiede a un passante, riceve pronta risposta. Ma non tutti sanno che fu proprio Verdi a volerla.

Come riporta Città Metropolitana, nel 1889 Verdi, da sempre attento alle questioni sociali e civili — l’anno prima aveva inaugurato, finanziandolo personalmente, l’ospedale di Villanova d’Arda —, decise di dedicare gran parte delle sue energie e dei suoi averi nella realizzazione di una vera e propria Casa — non un ricovero o un ospizio, termini e concetti assolutamente respinti dall’artista — per i colleghi meno fortunati. Al tempo, infatti, non esistevano pensioni e sovvenzioni ed un artista, terminata la carriera, si trovava spesso in condizioni precarie se non addirittura disperate. Da qui l’idea di una struttura moderna e decorosa che permettesse agli anziani musicisti una vecchiaia serena e protetta: una novità assoluta per il tempo.

Dal 1998 la Fondazione, per realizzare l’integrazione tra musicisti di diverse generazioni, ha provveduto a estendere la sua ospitalità, oltre che ai musicisti più anziani, anche ai giovani studenti di musica che siano meritevoli e bisognosi e che frequentino scuole di musica riconosciute nella città di Milano. La Casa è visitabile, con ingresso libero e gratuito, grazie alla collaborazione dei volontari per Il Patrimonio Culturale del Touring Club Italiano.

Nel 1889 egli scrisse all’editore milanese Giulio Ricordi che aveva acquistato un grande appezzamento di terra incolta a Milano, fuori porta Magenta, dove aveva intenzione di erigere la casa di riposo. Egli annunciò dunque la propria intenzione a partire dal 1891 con un’intervista alla Gazzetta musicale Milano.

La costruzione non iniziò però che nel 1896 anche se Verdi e la moglie Giuseppina incontrarono diverse volte l’architetto per rivedere insieme il progetto e migliorarlo sempre più. Nel 1895 Verdi fece testamento e stabilì che i proventi delle sue opere sarebbero serviti per pagare l’erezione della casa dopo la sua morte. La struttura venne completata nel 1899, ma Verdi per non apparire vanaglorioso non volle che alcun musicista vi mettesse piede sino al giorno della sua morte, avvenuta poi nel 1901.
I primi ospiti giunsero nella struttura il 10 ottobre 1902 (data dell’89º genetliaco del Maestro) e da allora Casa Verdi ha accolto circa mille artisti negli ultimi anni della loro vita.

Una visita a Casa Verdi è un’esperienza irripetibile. Ci si immerge nei ricordi di una residenza che ha mille vite da raccontare: non solo quella di Giuseppe Verdi e sua moglie con i loro oggetti personali, gli arredi, le collezioni d’arte e le rispettive tombe, ma anche quelle di tutti gli ospiti che qui hanno vissuto in oltre un secolo di storia.

La cripta di Verdi è visitabile dalle 8.30 alle 18.00.

Le Sale museali e il Salone d’Onore sono visitabili solo su prenotazione da parte di gruppi di visitatori.

Non è richiesto un ingresso a pagamento, ma è gradita un’offerta.