Lo sapevate? Come si è formato a Milano il Monte Stella?

Il Monte Stella, noto ai milanesi anche come La Montagnetta di San Siro e semplicemente Montagnetta per i residenti del QT8, è un rilievo artificiale che si trova nella zona nord-ovest di Milano, nel quartiere Triennale 8, alto 50 metri (185 m s.l.m.). Si tratta di uno dei parchi del capoluogo lombardo. Migliaia di persone ci passano ogni giorno senza sapere bene realmente cosa sia. Sapete come si è formato?
Lo sapevate? Come si è formato a Milano il Monte Stella?
Il Monte Stella, noto ai milanesi anche come La Montagnetta di San Siro e semplicemente Montagnetta per i residenti del QT8, è un rilievo artificiale che si trova nella zona nord-ovest di Milano, nel quartiere Triennale 8, alto 50 metri (185 m s.l.m.). Si tratta di uno dei parchi del capoluogo lombardo. Migliaia di persone ci passano ogni giorno senza sapere bene realmente cosa sia. Sapete come si è formato?
Si tratta di un evidente punto di riferimento che molti utilizzano per dare indicazioni stradali: “Arriva fino al Monte Stella, superalo e poi vai a sinistra”. Per molti altri invece è solo un bel parco per fare footing o una passeggiata. In realtà questa collinetta nasconde ricordi e un passato dolorosi per tanti milanesi.
Si tratta di una collinetta artificiale formata inizialmente con l’accumulo di macerie, provocate dai bombardamenti effettuati dalle forze angloamericane durante la seconda guerra mondiale e con altro materiale proveniente dalla demolizione degli ultimi tratti dei Bastioni, avvenuta dopo il 1945. Nato su decisione di Agostino Giambelli, il progetto si deve all’architetto Piero Bottoni, che lo dedicò alla moglie Elsa Stella, da cui la collina prende il nome.
Nel progetto originario del 1946, avrebbe dovuto essere alta il doppio, ma venne limitata a causa di spinte laterali del terreno che potevano creare problemi ai vicini edifici di via Isernia, sul lato orientale.
Si provvide prima all’allestimento di gradoni in cemento e successivamente all’accumulo dei detriti e della terra di riporto realizzando il Parco con una superficie di 370.000 metri quadrati tra zone boschive e prati. Il parco è realizzato su gradoni a salire, collegati da una strada panoramica che, girando attorno al monte, ne raggiunge la cima da dove si ha un’ampia vista della città e del suo hinterland e, in caso di visibilità favorevole, si riesce a vedere l’intero Arco Alpino e, a sudovest, l’Appennino emiliano.
Con riferimento alla veduta notturna che era possibile ammirare dalla cima negli anni ’60, il cantautore Roberto Vecchioni ha composto la celebre canzone Luci a San Siro.
Quelle poche decine di metri di dislivello stimolano comunque la fantasia dei milanesi sportivi: podisti, corridori, ciclisti e chiunque pensi di avere bisogno di un minimo dislivello per allenarsi frequenta la collina. Bastano poi pochi centimetri di neve e i pendii della Montagnetta si affollano di sciatori e snowbordisti come la più rinomata delle stazioni alpine; negli anni ottanta vi si disputarono addirittura alcune gare di slalom parallelo con i campioni del circus della coppa del mondo, con l’ausilio, naturalmente, di neve artificiale.
Ma che fine che hanno fatto parte dei detriti e delle macerie accumulati dopo la guerra? Nei difficili anni del Dopoguerra, i contadini della periferia di Milano e delle città vicino avevano bisogno di qualsiasi cosa che li aiutasse a rimettere in piedi le loro abitazioni. Il monte divenne così un via vai incessante di carretti e furgoni dove venivano caricati i mattoni e tutto ciò che si poteva ancora utilizzare.
La testimonianza più evidente di ciò che la guerra ha lasciato a Milano è quindi la montagnetta di San Siro, il Monte Stella, fatto di pietre, mattoni e terra. I ruderi della Seconda Guerra Mondiale.

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