Lo sapevate? Il corpo di Benito Mussolini dopo la morte fu esposto in piazzale Loreto a Milano

Dopo la fucilazione per mano dei partigiani avvenuta il 28 aprile del 1945 il corpo del Duce e dell'amante Claretta Petacci rimase esposto in piazzale Loreto per ore al pubblico ludibrio dei milanesi.
Lo sapevate? Il corpo di Benito Mussolini dopo la morte fu esposto in piazzale Loreto a Milano.
Dopo la fucilazione per mano dei partigiani avvenuta il 28 aprile del 1945 il corpo del Duce e dell’amante Claretta Petacci rimase esposto in piazzale Loreto per ore al pubblico ludibrio dei milanesi.
Piazzale Loreto si trova al termine di corso Buenos Aires (Municipio 2 ai confini con il Municipio 3) e all’inizio di viale Monza e di via Padova.
Posto sulla circonvallazione esterna, è un importante snodo per la viabilità cittadina ed è sede di una stazione della metropolitana.
La morte di Benito Mussolini avvenne il 28 aprile 1945 a Giulino, frazione del comune di Mezzegra, in provincia di Como, dove fu ucciso con colpi di arma da fuoco insieme all’amante Clara Petacci; gli altri gerarchi fascisti con i quali era stato catturato furono invece fucilati a Dongo, luogo della sua cattura.
A Dongo tutti i cadaveri dei fucilati furono caricati su un camion, sopra venne steso un telo su cui sedettero i partigiani durante il viaggio. Il veicolo partì per Milano verso le 18, fermandosi prima a Giulino di Mezzegra per recuperare anche i corpi di Mussolini e della Petacci lasciati nel frattempo sotto la pioggia.
I corpi furono portati in piazzale Loreto a Milano. Un luogo altamente simbolico perché proprio qui avvenne la strage di Piazzale Loreto, un eccidio nazifascista avvenuto il 10 agosto 1944.
Quindici partigiani furono fucilati da militi del gruppo Oberdan della Legione Autonoma Mobile Ettore Muti della RSI, per ordine del comando di sicurezza nazista, e i loro cadaveri vennero esposti al pubblico.
Anche per rappresaglia in piazzale Loreto furono portati diciotto cadaveri: Benito Mussolini, Clara Petacci e i sedici giustiziati a Dongo. Verso le 7 del mattino, i primi passanti si accorsero dei cadaveri.
Ecco cosa accadde. Complice un passaparola che in poco tempo attraversò tutta Milano, la piazza si riempì velocemente. Molti insultano, dileggiano, sputano e prendono a calci i cadaveri. Alle 11 la situazione non è più governabile neanche con scariche di mitra. Una squadra di Vigili del Fuoco giunta con un’autobotte lava abbondantemente i cadaveri imbrattati di sangue, sputi, urina e ortaggi.
Gli stessi pompieri portarono via dal centro della piazza i sette cadaveri più noti, issandoli per i piedi alla pensilina del distributore di carburante Standard Oil che si trova all’angolo tra la piazza e corso Buenos Aires lasciandoli lì appesi a testa in giù. Si tratta dei corpi di Mussolini, di Claretta Petacci, di Alessandro Pavolini, di Paolo Zerbino, di Ferdinando Mezzasoma, di Marcello Petacci e di Francesco Maria Barracu il cui cadavere però cade subito a terra e viene sostituito con quello di Achille Starace.
L’esposizione dei corpi in piazzale Loreto aveva dunque un valore altamente simbolico e non avvenne per caso.
Nel pomeriggio la folla che andava sempre più gonfiandosi poté assistere a un fuori programma: alla fucilazione di uno degli uomini che più avevano rappresentato il regime e che nel finale era odiato non solo dagli italiani, ma dallo stesso Mussolini: Achille Starace, vestito con la tuta con cui era andato a correre, venne riconosciuto dai partigiani, e fucilato su due piedi vicino al «suo» Duce mentre faceva il saluto romano.
Nel primo pomeriggio una squadra di partigiani del distaccamento “Canevari” della brigata “Crespi”, su ordine del comando, entrò in piazza e rimosse i cadaveri trasportandoli nel vicino obitorio di piazzale Gorini.

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