Monumenti milanesi: l’Arena Civica, uno degli stadi più antichi della città
L'Arena Civica è un vecchio impianto milanese, intitolato nei primi anni Duemila al grande giornalista sportivo Gianni Brera. Realizzata sotto il dominio di Napoleone sul modello degli anfiteatri romani, fu inaugurata nel 1807. Nel 1910 venne disputata la prima gara dell'Italia ma un tempo venivano organizzate anche delle gigantesche battaglie navali. Oltre a essere uno degli impianti sportivi milanesi più antichi, è ormai un vero e proprio monumento.
Monumenti milanesi: l’Arena Civica, uno degli stadi più antichi della città.
L’Arena Civica è un vecchio impianto milanese, intitolato nei primi anni Duemila al grande giornalista sportivo Gianni Brera. Realizzata sotto il dominio di Napoleone sul modello degli anfiteatri romani, fu inaugurata nel 1807. Nel 1910 venne disputata la prima gara dell’Italia ma un tempo venivano organizzate anche delle gigantesche battaglie navali. Oltre a essere uno degli impianti sportivi milanesi più antichi, è ormai un vero e proprio monumento.
L’Arena Civica di Milano, chiamata anche solo Arena, è un impianto sportivo polifunzionale. Ha forma ellittica con quattro ingressi monumentali, misura 238 metri di lunghezza e 116 di lunghezza e può accogliere fino a 30 mila spettatori. Per la costruzione furono utilizzate le pietre ricavate dalla demolizione delle fortificazioni spagnole del Castello Sforzesco e gli avanzi del castello di Trezzo sull’Adda.
Nel 1805 la Commissione di Pubblico Ornato, nell’ambito di un ampio progetto di ristrutturazione dell’area, commissionò all’architetto Luigi Canonica la realizzazione di un grande edificio civico per le feste, gli spettacoli e le celebrazioni. Tale progetto andava a colmare parzialmente il vuoto lasciato dalla demolizione delle fortificazioni spagnole che avevano circondato il nucleo rinascimentale del Castello Sforzesco, sino agli abbattimenti ordinati da Napoleone nel 1800. Una prima proposta, quella dell’Antolini, era stata bocciata sin dal 1801 dal Bonaparte perché troppo costosa e sostituita da una, ben più modesta, disegnata dal Canonica, il quale aveva provveduto a sistemare il semiarco verso la città. Era rimasta interrotta, invece, la sistemazione dell’intera area retrostante, adibita a piazza d’armi, alla quale in quel 1805 si mise mano.
Per l’edificio fu scelta la forma dell’anfiteatro, come richiamo alla tradizione imperiale romana, a cui Napoleone esplicitamente si richiamava. Canonica disegnò ispirandosi al circo di Massenzio, situato fuori Roma sulla via Appia Antica, vicino alla basilica di San Sebastiano fuori le mura, forse il meglio conservato degli antichi circhi romani. L’impianto aveva forma ellittica, con una lunghezza complessiva di 238 metri e una larghezza di 116 e poteva contenere fino a 30.000 spettatori, ovvero poco meno di un quarto dell’intera popolazione di Milano dell’epoca. La tribuna d’onore progettata dal Canonica, chiamata Palazzina Appiani, ha dal lato dell’anfiteatro una struttura che richiamava quella tipica dei templi greci in antis con i due pilastri quadrangolari, posti agli estremi della facciata, tra i quali vi erano le colonne; queste però non erano due, come da tradizione, ma otto, cosa che contribuiva ad allargare l’intera struttura. Questo era probabilmente dovuto all’esigenza di contenere un elevato numero di persone, che una struttura più slanciata non avrebbe potuto fare. Particolare imponenza fu riservata alla realizzazione del pulvinare, il palco dove sedeva il monarca, e della porta principale.
Prima di diventare un impianto sportivo polifunzionale, ha ospitato spettacoli pubblici, circensi e naumachie, le famose simulazioni di battaglie navali. Le naumachie erano spettacoli che simulavano battaglie navali in bacini predisposti allo scopo, dove si rievocavano battaglie storiche. Il termine derivava da una trascrizione fonetica della parola greca indicante una battaglia navale (ναυμαχία / naumakhía), indicante in seguito anche i vasti bacini artificiali ad essa dedicata.
Ospitò anche il circo di Buffalo Bill, ascensioni in pallone aerostatico e il pattinaggio invernale. Nel 1895 si svolsero i campionati italiani di ciclismo.
Nel 1910 fu anche teatro dell’esordio assoluto della nazionale italiana di calcio contro quella francese, con gli azzurri vittoriosi sui transalpini 6-2.
L’Arena Civica, in occasione di questa partita d’esordio, accolse 4.000 spettatori. Si giocò alle 15,30: l’Italia indossò in questa partita d’esordio una maglia di colore bianco (scelto forse come colore neutro in attesa che si decidesse un’altra divisa), con pantaloncini bianchi oppure neri e calzettoni a piacere. Circa un anno dopo venne invece adottata la maglia azzurra, colore dello stendardo di Casa Savoia, ma a tutt’oggi il bianco è rimasto come colore della maglia di riserva.
Nella prima metà del Novecento, dal 1930 al 1947, l’Arena ospitò stabilmente le gare interne dell’Inter. Per un breve periodo, dall’ottobre del 1941 al giugno del 1945, divenne l’impianto casalingo dell’altra squadra milanese, il Milan. L’Arena ospitò gare di atletica leggera di livello internazionale; nel 1973 Marcello Fiasconaro stabilì il nuovo record mondiale degli 800 metri.
Fu anche teatro di eventi tragici: il 19 dicembre 1943 qui vennero fucilati otto antifascisti condannati a morte da un tribunale militare straordinario come rappresaglia dell’attentato al segretario dei fascisti di Milano.
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