Monumenti milanesi: Grattacielo Pirelli, simbolo della Milano del dopoguerra
Costruito come sede delle industrie Pirelli tra il 1955 e il 1960, per poi diventare nel 1978 la sede della Regione Lombardia, con i suoi 127 metri è tra i capolavori di Giò Ponti, al quale contribuirono anche Arturo Danusso e Pier Luigi Nervi. Il Pirellone è il grattacielo più amato dai milanesi.
Monumenti milanesi: Grattacielo Pirelli, simbolo della Milano del dopoguerra.
Costruito come sede delle industrie Pirelli tra il 1955 e il 1960, per poi diventare nel 1978 la sede della Regione Lombardia, con i suoi 127 metri è tra i capolavori di Giò Ponti, al quale contribuirono anche Arturo Danusso e Pier Luigi Nervi. Il Pirellone è il grattacielo più amato dai milanesi.
Il grattacielo Pirelli si chiama così perché fu costruito per essere la nuova sede amministrativa del Gruppo industriale Pirelli allora in piena crescita economica post bellica. Fu subito soprannominato con affetto dai milanesi “Pirellone”.
Ormai non è il più alto, ma è sicuramente il grattacielo più famoso di Milano. Simbolo del boom economico italiano, palazzo Pirelli fu fondato dai famosi industriali il 12 luglio 1956 e ultimato nel 1960. Nel 1978 fu acquistato dalla Regione Lombardia che ne è tuttora proprietaria. Lo storico palazzo progettato da Giò Ponti ormai fa parte dei beni culturali della Regione.
Si innalza all’angolo sud-ovest di piazza Duca d’Aosta, dove si trova anche la stazione di Milano Centrale. Ha detenuto il record di edificio più alto dell’Unione europea dal 1958 al 1966, anno di costruzione della Tour du Midi di Bruxelles. Qui ha sede il Consiglio regionale della Lombardia.
È un’opera architettonica importante, tipica del razionalismo italiano. Consta di 31 piani (altri 2 piani sono sotterranei) ed è uno degli edifici in calcestruzzo armato più imponenti al mondo.
Il ruolo di Nervi fu fondamentale nella progettazione di una struttura che, per il suo ridotto rapporto larghezza/altezza, è particolarmente soggetta alle azioni del vento e condusse a uno schema strutturale composto da setti rigidi triangolari alle estremità, pilastri cavi, e quattro grandi pilastri-parete centrali, tutti in calcestruzzo armato.
Peculiare è stata la scelta progettuale dei materiali: l’intera struttura portante è in calcestruzzo armato, materiale raramente preferito all’acciaio per edifici di considerevole altezza. Gli elementi verticali dell’ossatura sono quattro piloni, visibili anche dall’esterno poiché percorrono a coppie l’altezza delle facciate. L’edificio è rialzato rispetto al piano della piazza tramite una struttura detta “collina” che al suo interno contiene uno spazio adibito ad auditorium. Oggi si accede dal retro dell’edificio.
La superficie del grattacielo è di 1.900 m², la sua pianta è lunga 75,5 metri e larga 20,5 metri. Si stima che per la sua costruzione siano stati usati 30.000 m³ di calcestruzzo e l’edificio complessivamente pesi 70.000 tonnellate per un volume di 125.324 m³.
All’epoca della sua costruzione, era il grattacielo in calcestruzzo armato più alto d’Europa e il terzo nel mondo.
Il Grattacielo Pirelli è uno dei più celebri simboli di Milano ed è stato per quasi 50 anni l’edificio più alto della città, superato nel 2010 dal Palazzo Lombardia alto 161 m, la nuova sede della Regione Lombardia, che sorge poco lontano, e nel 2011 dalla Torre Unicredit di piazza Gae Aulenti, alta 231 metri. Resta in ogni caso nel novero delle costruzioni più alte d’Italia.
Il design del grattacielo sarebbe stato inoltre d’ispirazione per la costruzione del Pan Am Building (oggi MetLife Building) a New York, della torre del Banco Atlantico di Barcellona e il grattacielo della Lonza Group di Basilea.
È invece certo che gli architetti Schwebes e Schoszberger, dopo aver visitato il cantiere, ne rimasero impressionati e vi si ispirarono per il grattacielo Telefunken di Berlino.
L’ultimo piano (32º) del grattacielo, raggiungibile tramite scale dal 31º piano (l’ultimo a cui arrivano gli ascensori), è aperto al pubblico in alcune giornate speciali, funge da belvedere con ampia vista panoramica sulla città e può ospitare mostre temporanee come spazio multifunzionale.
Oggi il grattacielo, con i suoi 710 scalini è inserito nelle corse “run up”, in cui gli atleti gareggiano salendo di corsa fino all’ultimo piano del grattacielo lungo le scale.
La tradizione vuole che nessun edificio a Milano possa essere più alto della Madonnina del Duomo, tradizione che divenne negli anni trenta anche legge comunale, salvo deroghe. Quando fu realizzato l’edificio e quindi violata la tradizione, si decise di porvi in sommità, in segno di rispetto, una piccola replica della statua che sovrasta i marmi di Candoglia del Duomo.
Il 18 aprile 2002 un aereo da turismo pilotato dall’italo-svizzero Luigi Fasulo, 67 anni, si schiantò contro il 26º piano del palazzo a seguito di alcuni errori del pilota e guasti tecnici, danneggiando gravemente la struttura esterna e sventrando due piani. La collisione causò tre vittime: il pilota e due donne, dipendenti della Regione Lombardia. Oggi il 26º piano ospita il “Luogo della memoria” dedicato alle due vittime, Anna Maria Rapetti e Alessandra Santonocito.
© RIPRODUZIONE RISERVATA