Le pietre “sbagliate” nella facciata di Palazzo Pitti: non tutti riescono a notarle
Se non le avete mai notate, oggi vi portiamo con noi in una piccola caccia al tesoro "architettonica"
Nella facciata di Palazzo Pitti si cela un piccolo segreto incastonato nel bugnato che la rende unica. Un invito affascinante, rivolto a coloro che desiderano esplorare la storia intricata di questo edificio fiorentino: trovare due pietre più irregolari delle altre.
Iniziamo la nostra caccia al tesoro architettonico dalla sinistra del portone d’ingresso. Dopo la seconda finestra nella parte bassa della facciata, gli occhi attenti saranno premiati dalla vista di due pietre che si distinguono per la loro lunghezza disomogenea. Un dettaglio che potrebbe sfuggire all’osservatore distratto, ma che cela una storia avvincente.
Queste pietre non sono il frutto del caso o di considerazioni strutturali ma il risultato di un capriccio del committente stesso, Luca Pitti. Figura di spicco nella Firenze rinascimentale, Luca Pitti proveniva da una famiglia che era in aperta rivalità con i potenti Medici. Fu proprio lui a commissionare la costruzione di Palazzo Pitti, una dimora che avrebbe dovuto superare in grandezza e magnificenza quella dei suoi rivali, i Medici, rappresentati dal maestoso Palazzo Strozzi.
La leggenda narra che Luca Pitti, desiderando che le finestre del suo palazzo fossero più imponenti del portone principale di Palazzo Strozzi, impose questo dettaglio come un segno di superiorità. Inoltre, voleva che il cortile di Palazzo Pitti fosse in grado di “contenere” idealmente l’intera dimora dei Medici, enfatizzando così la sua rivalità con questa famiglia potente.
Ma il nostro viaggio nel simbolismo non si ferma qui. Tornando alle due pietre irregolari, scopriamo che esse non sono solo un dettaglio casuale, bensì un ulteriore sfoggio del carattere audace di Luca Pitti. La pietra più lunga rappresenta il committente stesso, una sorta di firma visiva nella facciata del palazzo. D’altra parte, la pietra più corta simboleggia i rivali, i Medici, indicando forse la volontà di Luca Pitti di affermare il suo trionfo su di loro attraverso l’arte dell’architettura.
In questo intricato gioco di simboli e rivalità, Palazzo Pitti diventa più di un semplice edificio. Diventa un palcoscenico storico in cui le dinamiche sociali e politiche della Firenze rinascimentale si svelano attraverso dettagli architettonici. La facciata del palazzo diventa così un racconto visivo, una testimonianza tangibile delle passioni e delle rivalità che hanno animato la vita di questa città secoli fa.
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