Lo sapevate? Firenze ha davvero il suo “piccolo diavolo”: ecco dove
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Il Diavoletto Portabandiera, opera del genio creativo di Giambologna, è un'immagine insolita, un demone che svolge l'insolito compito di portare la bandiera. Ma qual è la storia dietro questa straordinaria rappresentazione?
Nel cuore di Firenze, tra le intricate vie che narrano secoli di storia, si cela una curiosa presenza artistica che affascina e intriga i visitatori: il Diavoletto Portabandiera, un’iconica scultura grottesca che trova dimora sul muro di Palazzo Vecchietti, all’angolo di via de’ Vecchietti con via degli Strozzi. Questa singolare opera, una copia dell’originale realizzata dal celebre Giambologna, racchiude in sé una leggenda che mescola fede, superstizione e l’abilità artistica rinascimentale.
Il Diavoletto Portabandiera, opera del genio creativo di Giambologna, è un’immagine insolita, un demone che svolge l’insolito compito di portare la bandiera. Ma qual è la storia dietro questa straordinaria rappresentazione?
La leggenda risale al 1243 e si intreccia con la figura di San Pietro Martire, frate domenicano venerato per la sua santità e il suo impegno nella predicazione. Si narra che durante una delle sue prediche, San Pietro Martire fu interrotto da un evento inusuale e spaventoso: l’apparizione di un cavallo nero imbizzarrito, interpretato dalla superstizione popolare come il diavolo in persona. Ma il Santo, con un gesto sacro, riuscì a scacciare l’animale demoniaco che scomparve in una nuvola di zolfo.
La leggenda del cavallo nero e del suo presunto legame con il maligno si diffuse rapidamente, radicandosi nell’immaginario collettivo di Firenze. E così, nel XVI secolo, quando il proprietario di Palazzo Vecchietti commissionò a Giambologna una scultura per decorare la facciata del suo palazzo, decise di commemorare questo evento tramite l’arte.
Il risultato fu il Diavoletto Portabandiera, un’opera che unisce l’estro artistico del Rinascimento con il folklore e la religiosità popolare. L’immagine del demone che porta la bandiera diventa così un simbolo della vittoria del bene sul male, della protezione divina contro le forze oscure.
Ma perché questa strana rappresentazione ha trovato dimora proprio su Palazzo Vecchietti? Si dice che il proprietario del palazzo abbia voluto sottolineare la sua devozione religiosa e il suo riconoscimento della potenza salvifica di San Pietro Martire, celebrando così la sua fede attraverso un’opera d’arte che attirasse lo sguardo e la curiosità dei passanti.
L’originale scultura del Diavoletto Portabandiera, realizzata dallo stesso Giambologna, è oggi conservata con cura al Museo Bardini, dove continua a incantare e intrigare i visitatori con la sua straordinaria maestria artistica e il suo profondo significato simbolico.
Così, tra le vie di Firenze, accanto alla maestosità delle sue chiese e alla magnificenza dei suoi palazzi, si nasconde una piccola gemma di arte e leggenda: il Diavoletto Portabandiera, testimone silenzioso di una storia che fonde mito e realtà, fede e superstizione, lasciando un’impronta indelebile nell’immaginario della città e dei suoi abitanti.
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